Gela. Gli spari, in via Venezia, con un quarantaseienne rimasto ferito ad una mano, risalgono al gennaio di un anno fa. L’inchiesta consentì di arrivare al ventiseienne John Parisi, che fu arrestato, anche se era già detenuto per scontare una pena definitiva. Le indagini sono state chiuse. Parisi, per i pm della Dda di Caltanissetta, deve rispondere di tentato omicidio. Avrebbe avuto intenzione di uccidere il quarantaseienne, risultato essere suo suocero. Pare che l’uomo non si recò in ospedale, per le cure del caso. I poliziotti lo rintracciarono, in un’abitazione, dopo aver sequestrato la vettura che guidava. Parisi avrebbe fatto fuoco, in sella ad uno scooter. Gli accertamenti partirono dopo le prime segnalazioni degli spari, lungo un tratto di via Venezia, assai battuto dal traffico veicolare. Secondo gli investigatori, inoltre, il giovane avrebbe agito non solo per possibili rancori personali, ma nell’interesse degli stiddari. I pm dell’antimafia nissena gli contestano anche l’aggravante mafiosa. Su questo punto, i giudici del tribunale del riesame si erano espressi, escludendo la sussistenza delle condizioni per l’aggravante. Fu accolta la parte del ricorso, avanzato dal difensore, l’avvocato Davide Limoncello.
Per i magistrati della Dda, dietro a quell’azione potrebbero esserci state ragioni di contrasto, negli ambienti della criminalità organizzata locale. Furono prodotti i verbali delle dichiarazioni rese dal collaboratore di giustizia, Giovanni Canotto, secondo il quale Parisi sarebbe uno stiddaro. Anche il ferito è stato sottoposto ad indagine, ma per favoreggiamento. A questo punto, per Parisi potrebbe essere richiesto il rinvio a giudizio.