Gela. In aula, davanti al collegio penale del tribunale, si tornerà a fine mese. Per il ventiseienne John Parisi, questa mattina, è stato aperto il dibattimento. E’ accusato di aver sparato contro un familiare della compagna. I colpi vennero esplosi, un anno fa, lungo un tratto del cavalcavia di via Venezia. Il presunto obiettivo dell’azione riportò solo una ferita superficiale. Era alla guida della sua automobile, quando ci furono gli spari. Per i pm della Dda di Caltanissetta e per i poliziotti, Parisi sparò mentre era in sella ad uno scooter. In base alle accuse, voleva uccidere e risponde di tentato omicidio. Dalle risultanze investigative, è emerso che potrebbe esserci l’ombra di un’azione di mafia, visto che l’imputato è considerato vicino al gruppo degli stiddari e anche le frequentazioni del rivale richiamerebbero ambienti della criminalità organizzata. Una contestazione che però già il riesame annullò e dalla Dda fu avanzato ricorso in Cassazione. Il giovane, che ha precedenti penali per fatti analoghi, non ha mai ammesso di essere responsabile di quello che viene ritenuto un vero e proprio agguato. Difeso dall’avvocato Davide Limoncello, dovrà rispondere alle accuse in giudizio.
E’ attualmente ai domiciliari, monitorato attraverso il braccialetto elettronico. Il ferito non si è costituito parte civile (è assistito dal legale Nicoletta Cauchi). I poliziotti ricostruirono l’accaduto, risalendo a quello che sarebbe stato l’obiettivo di Parisi. L’uomo che rimase ferito non si presentò in ospedale ma venne rintracciato in un’abitazione privata. La difesa, inoltre, si è opposta alla trascrizione delle intercettazioni, che non sarebbero direttamente legate al procedimento sul tentato omicidio. Il collegio penale ha però ammesso la richiesta della Dda (con il pm Davide Spina). Il legale dell’imputato non ha escluso un’eventuale perizia balistica.