Gela. Le indagini sono in corso, condotte dai pm della procura. Il trentacinquenne Benedetto Giuseppe Curvà è accusato di tentato omicidio, per gli spari, dello scorso maggio, in via Annibal Caro. Colpi di arma da fuoco, che per gli inquirenti raggiunsero un’abitazione, rischiando di centrare una giovane, che ci vive. Il gip ha accolto l’istanza avanzata dalla difesa di Curvà, sostenuta dall’avvocato Giovanni Lomonaco. Gli sono stati concessi gli arresti domiciliari, con l’obbligo del braccialetto elettronico, per monitorarlo. Per Curvà, allo stato, l’accusa è di tentato omicidio. Venne arrestato insieme al quarantenne Crocifisso Di Gennaro, che solo poche ore prima dell’azione di fuoco di via Annibal Caro, avrebbe investito lo stesso Curvà, per poi aggredirlo, spalleggiato da un minore. Gli spari contestati al trentacinquenne, per i pm e i carabinieri, sarebbero stati una vendetta, dopo l’aggressione subita.
Il gip ha condiviso le ragioni difensive, disponendo la revoca della custodia cautelare in carcere e il trasferimento ai domiciliari, con il braccialetto elettronico. Curvà, dopo l’arresto, si avvalse della facoltà di non rispondere. L’inchiesta continua ad essere sviluppata dai pm della procura, che pare stiano approfondendo anche altri fatti, probabilmente legati poi a quelli dello scorso maggio.