Spari in un’area rurale, aperto giudizio per tentato omicidio: costituite le parti civili

 
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Immagine repertorio

Gela. Il dibattimento è stato aperto davanti al collegio penale del tribunale, presieduto dal giudice Miriam D’Amore (a latere Eva Nicastro e Martina Scuderoni). L’accusa mossa al trentanovenne Valerio Caiola, attualmente detenuto, è di tentato omicidio. Lo scorso anno, sparò contro un’auto, nella zona rurale tra le contrade Bulala e Mignechi. Secondo la procura, c’era la volontà di uccidere i rivali, con i quali pare fossero maturati profondi dissapori per ragioni legate a possedimenti terrieri. L’imputato, sentito dal gip, riferì di essersi difeso da continue vessazioni e da danneggiamenti alla sua proprietà. Ha escluso l’intenzione di uccidere. C’erano stati precedenti tra i contendenti, oggetto di ulteriori procedimenti penali. La procura, con il pm Gaetano Scuderi, ha prodotto gli esiti di un’attività investigativa ad integrazione del materiale già agli atti. Nel corso degli accertamenti successivi, pare sia stata ritrovata l’arma che Caiola usò per sparare. I presunti obiettivi della sua azione hanno scelto di stare nel giudizio, come parti civili. Sono rappresentati dall’avvocato Giuseppe Fiorenza.

La costituzione è stata accolta dal collegio penale. Le difese, sostenute dai legali Marco Granvillano e Filippo Spina, hanno indicato le richieste istruttorie. Verrà affidato un incarico tecnico ad un perito per trascrivere il contenuto di alcune intercettazioni. Successivamente, inizieranno ad essere sentiti i primi testimoni.

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