Gela. I danneggiamenti avvenivano a colpi di arma da fuoco. Diversi immobili rurali e aziende agricole furono presi di mira, sia in territorio gelese che nell’area niscemese. Il collegio penale del tribunale, presieduto dal giudice Miriam D’Amore, ha emesso una condanna, a due anni e otto mesi di reclusione, per il pastore Fabrizio Rizzo, già coinvolto nell’indagine antimafia “Fabula”. Secondo quanto ricostruito dai pm della Dda di Caltanissetta, i danneggiamenti erano sistematici e si verificavano in aree dove spesso Rizzo organizzava i pascoli. Nel corso dell’attività istruttoria sono stati sentiti, come testimoni, molti proprietari terrieri, i cui immobili furono danneggiati da colpi di arma da fuoco. I poliziotti iniziarono a ricostruire i vari fatti, tutti con le stesse modalità, arrivando fino a Rizzo, nei cui confronti pendevano diversi capi di imputazione (è difeso dal legale Giorgio Antoci).
Il collegio ha invece disposto l’assoluzione per due familiari del pastore, Concetto Rizzo (difeso dal legale Francesco Spataro) e Maria Luisa Rizzo. Nei loro confronti era stata avanzata l’accusa di favoreggiamento, anche rispetto ad un presunto occultamento delle armi usate. Le difese dei tre imputati hanno messo in dubbio il collegamento diretto tra i danneggiamenti con le armi e gli imputati.