Gela. E’ accusato di duplice tentato omicidio, ma anche del porto di una pistola clandestina e del ferimento di un operatore sanitario e dei carabinieri intervenuti. Il trentaquattrenne Paolo Quinto Di Giacomo, ha ottenuto una misura diversa dalla detenzione in carcere. Il gip gli ha concesso i domiciliari. Le immagini registrate dai sistemi di videosorveglianza dell’area di servizio “Gb oil”, ripresero la sua azione e ne dovrà rispondere davanti al gup del tribunale, insieme ad altri nove imputati. Lo scorso anno fece fuoco contro due licatesi, secondo gli inquirenti con l’intenzione di ucciderli, dopo che ebbero un violento alterco, sfociato in rissa, con suoi familiari e conoscenti. Di Giacomo sarebbe intervenuto per vendicarsi, dopo quanto era accaduto all’interno del locale. Il giudice ha accolto l’istanza avanzata dall’avvocato Davide Limoncello, che lo difende. Sarà sottoposto ai domiciliari, in attesa dell’udienza preliminare. Sentito subito dopo l’arresto, spiegò di aver sparato ma non per uccidere. Ha comunque ammesso tutti i fatti.
Insieme a lui, ma per rispondere della rissa, dal gup si presenteranno anche Michele Cavaleri, Salvatore Cavaleri, Giuseppe Nisellino, Angelo Voddo, Alessandro Di Michele, Paolo Biundo, Stefania Mihaela Fanita, Salvatore Incorvaia ed Eliseo Di Giacomo (al quale non viene più contestato l’iniziale concorso nel tentato omicidio). I Cavaleri, entrambi licatesi, sono anche accusati di aver ferito i carabinieri. I pm della procura, coordinati dal procuratore capo Fernando Asaro, e i carabinieri, avviarono da subito tutte le verifiche, parlando di fatti molto gravi.