Gela. Quello di due anni fa a Settefarine non fu un tentato omicidio. I giudici della Corte d’appello di Caltanissetta hanno riqualificato l’accusa contestata al ventiduenne Ruben Raitano, riducendo la condanna impostagli dal collegio penale del tribunale di Gela. Tre anni e tre mesi di reclusione, ma solo per le tentate lesioni aggravate, a fronte degli otto anni decisi in primo grado. E’ caduta l’accusa di tentato omicidio. Raitano, impugnando una pistola modificata (mai ritrovata), tentò di far fuoco contro tre uomini, che secondo quanto sostenuto dalla difesa solo pochi minuti prima l’avevano aggredito. La contesa sarebbe sorta per l’acquisto di un’automobile. Il giovane sarebbe stato strattonato e colpito. Per tutta risposta cercò di farsi giustizia da solo. La difesa ha sempre sostenuto che l’imputato non voleva far fuoco per uccidere ma solo per intimorire i rivali e difendersi. Per i pm della procura di Gela e per i carabinieri che hanno svolto le indagini, Raitano avrebbe rischiato di colpire uno dei tre uomini.
Un proiettile si sarebbe conficcato nel portasigarette usato da uno dei rivali, conservato in una tasca dei pantaloni. Il difensore, l’avvocato Cristina Alfieri, ha impugnato la condanna di primo grado e ricostruito nuovamente l’intera dinamica dei fatti, mettendo in discussione anche quanto sostenuto dagli investigatori, che usarono le immagini riprese dai sistemi di videosorveglianza della zona. I giudici d’appello hanno accolto la linea del legale, escludendo il tentato omicidio e riducendo di molto l’entità della pena imposta al giovane.