Spari a Mignechi, caduta l'ipotesi di tentato omicidio: procura impugna la decisione

Gli spari a Mignechi. Il quarantenne venne arrestato dai poliziotti

18 ottobre 2025 20:41
Spari a Mignechi, caduta l'ipotesi di tentato omicidio: procura impugna la decisione -
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Gela. A giugno, al termine del giudizio di primo grado, cadde l'accusa di tentato omicidio mossa al quarantenne Valerio Caiola, ritenuto responsabile di aver sparato, nella zona rurale di Mignechi, contro l'auto di tre parenti, con i quali i rapporti erano ormai deteriorati, per questioni legate alle proprietà terriere. Sono diversi i procedimenti attivati per queste vicende. La decisione del collegio penale del tribunale, che ha condannato Caiola solo per minaccia, a due anni e otto mesi, è stata impugnata dalla procura. Già nel corso dell'istruttoria, il pm Luigi Lo Valvo spiegò che Caiola sparò, con una pistola, poi fatta ritrovare, con l'obiettivo di uccidere. La richiesta dell'accusa era di tredici anni di detenzione, sostenuta dalla parte civile, con il legale Giuseppe Fiorenza, nell'interesse dei parenti dell'imputato, contro i quali avrebbe fatto fuoco. Una ricostruzione che i difensori del quarantenne, gli avvocati Filippo Spina e Marco Granvillano, in dibattimento, hanno invece del tutto rivisto, escludendo che i tre fossero nell'auto. In base a quanto hanno indicato, Caiola avrebbe sparato contro l'automobile ma quando i parenti erano lontani. Avrebbe agito perché esasperato da minacce e aggressioni subite e denunciate. La difesa ha fatto riferimento inoltre al contenuto di intercettazioni ritenute decisive nel definire la dinamica e non solo. Il caso verrà quindi nuovamente affrontato dai giudici, questa volta in Corte d'appello a Caltanissetta. Il collegio penale del tribunale gelese, nel dispositivo, ha infine disposto la trasmissione degli atti alla procura, per le ipotesi di calunnia e falsa testimonianza, rispetto ai tre costituiti parti civili.

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