Gela. La prossima settimana, saranno i giudici di Cassazione a ritornare sulle posizioni degli imputati, coinvolti nell’inchiesta “Supermarket”, che fece luce su un giro di spaccio di droga, nel cuore del centro storico. I poliziotti del commissariato tennero sotto stretta osservazione la zona di via Abela. Sia in primo grado che in appello, sono state emesse condanne. Le difese si sono rivolte ai giudici romani. Cinque anni di detenzione sono stati disposti per il presunto capo del gruppo, Benito Peritore (difeso dall’avvocato Carmelo Tuccio). Avrebbe gestito lo spaccio insieme ad alcuni familiari. Due anni e due mesi alla moglie, Concetta Liardo. Due anni e otto mesi per Carmelo Nicastro e tre mesi, infine, ad Alberto Drogo (difeso dall’avvocato Cristina Alfieri). L’unica riduzione, in appello, era arrivata per Antonino Raitano, condannato a due anni e otto mesi di detenzione (a fronte dei tre anni e quattro mesi di primo grado). Il concordato fu avanzato per Michael Caci. Altri tre coinvolti, invece, erano stati assolti in primo grado, al termine del giudizio abbreviato.
I difensori chiederanno alla Cassazione di ritornare su quelle decisioni, che sono state impugnate. La zona dello spaccio fu videoripresa, nonostante il tentativo di danneggiare i sistemi collocati dai poliziotti, che avevano avviato l’indagine “Supermarket”. L’inchiesta, concentrata subito su quanto accadeva in via Abela, partì, almeno così spiegarono gli inquirenti, da una segnalazione anonima inoltrata attraverso l’app “Youpol”. C’era già stato un primo sequestro di droga a carico di Benito Peritore.