Gela. E’ stata ridotta la condanna, che in primo grado era stata imposta a due giovani, Carmelo Martines e Michael Smecca. Agirono nella spaccata alla gioielleria “Rachele”, in pieno centro storico. Il furto, che gli consentì di mettere insieme un bottino da circa 60 mila euro, avvenne due anni fa, nel pieno del lockdown, per la pandemia da Covid. Le telecamere dei sistemi di videosorveglianza ripresero tutta la dinamica dei fatti. In appello, su ricorso avanzato dalla difesa, sostenuta dall’avvocato Carmelo Tuccio, sono stati disposti due anni di reclusione, ciascuno. In primo grado, al termine del giudizio abbreviato, la condanna era stata a tre anni e dieci mesi. Dopo l’arresto, effettuato dagli agenti di polizia del commissariato, i due ammisero di aver partecipato al “colpo”. I poliziotti e i pm della procura risalirono ai ladri e a chi avrebbe fatto da tramite, per la refurtiva. Un terzo complice, a sua volta presente quella notte, ha già patteggiato. Il legale degli imputati si è rivolto ai giudici di secondo grado, che hanno rivisto, in parte, l’entità delle condanne.
A processo, anche se in un procedimento parallelo, sono finiti inoltre i presunti ricettatori dei preziosi, che poi avrebbero avuto contatti con almeno due persone, vicine ai titolari dell’attività, ai quali sarebbe stata restituita almeno una parte di quanto era stato rubato.