Gela. Superamento delle soglie di sicurezza nelle concentrazioni di benzene, idrocarburi, arsenico e nichel. Per questa ragione, i funzionari comunali hanno deciso d’interdire a qualsiasi uso umano, dalla coltivazione ad altre attività correlate, le aree di contrada Bitalemi occupate dai pozzi d’estrazione Gela 35 e Gela 67, gestiti da Enimed.
Una decisione, avallata anche dal sindaco Angelo Fasulo, che arriva a conclusione di un iter partito proprio dai tecnici della multinazionale.
Sono stati, infatti, gli operatori Enimed, su richiesta degli esperti del ministero dell’ambiente, ad avviare i controlli nell’area per capire se il sistema di messa in sicurezza delle acqua sotterranee avesse assicurato piene efficienza.
La percentuale di sostanze pericolose rilevata nei campioni estratti dalla falda acquifera ha fornito esiti preoccupanti.
I dati sono stati trasmessi agli operatori del settore comunale ambiente che, in questo modo, hanno deciso l’interdizione della zona occupata dai due pozzi, attualmente inattivi. Il sì al provvedimento è arrivato anche dagli ispettori del servizio igiene pubblica dell’Asp. Troppo alto il rischio per eventuali attività umane.
L’interdizione all’area che esclude solo i tecnici di Enimed, intenzionati ad effettuare nuovi rilevamenti, è già stata comunicata ai sei titolari dei terreni finiti al centro dei controlli. La presenza in percentuali comunque significative di benzene, idrocarburi, arsenico e nichel nelle acque sotterranee ha convinto a limitare l’accesso all’intera zona.
Lo spazio sul quale si affacciano i pozzi Enimed Gela 35 e Gela 67 si estende, in base ai calcoli effettuati dagli operatori del gruppo multinazionale, su un totale di quasi cinquemila metri quadrati. Il sindaco Angelo Fasulo, inoltre, ha apposto la sua firma sull’ordinanza emessa dai funzionari di Palazzo di Città.