Gela. Spunta la longa manus di Cosa nostra nel calcioscomesse. Nelle intercettazioni che coinvolgono alcuni calciatori del Genoa emerge la presenza di Guido Morso, ultras genoano di origini gelesi, che gli inquirenti definiscono «appartenente alla famiglia Morso, collegata alla cosca mafiosa Emanuello di Gela».
Il padre infatti è imputato nel processo “Tetragona”.
Negli atti finisce una telefonata tra Altic e Guido Morso, di professione ultras genoano.
E forse non è un caso che i riferimenti a mafia, ndrangheta, camorra spuntano ovunque. Il calciatore Sculli, ex Lazio e beniamino del Genoa, l’unico risparmiato dallo spogliarello imposto dalla curva rossoblu nel match col Siena del 22 aprile, sospettato d’aver raccolto soldi per la combine fra le «sue» squadre del cuore («egli risulta essere già stato implicato, e quindi squalificato dalla giustizia sportiva per otto mesi, per la partita di B, Crotone-Messina, del 2001) ha rapporti con personaggi molto particolari: suo uomo di fiducia è il pregiudicato albanese Altic Safet, coinvolto in un traffico di droga, già vicino alla cosca siciliana Fiandaca di Mazzarino con radici a Genova.
Guido Morso fa parte dei gruppi organizzati della tifoseria del Genova . Il suo nome è finito nel registro degli indagati della procura ligure per la clamorosa protesta nella gara con il SIena. Morso è accusato di aver fatto parte degli irriducibili che, durante la partita, costrinse i calciatori del Genoa a togliere maglia. I due fratelli Guido e Gabriele Morso allo stato non sono indagati, ma erano presenti in una serie di incontri sospetti organizzati dai capi ultrà del Genoa anche insieme a calciatori della società rossoblù.