Gela. Diverse violazioni della sorveglianza speciale gli sono costate il processo. Per il quarantasettenne Roberto Di Stefano è arrivata l’assoluzione, pronunciata dal giudice Martina Scuderoni. Nel corso dell’attività investigativa, emersero violazioni, compresa la guida di vetture e mezzi da lavoro, pur con la patente revocata. Il magistrato, nonostante la richiesta di condanna formulata dai banchi dell’accusa, ha deciso per l’assoluzione, anzitutto richiamando la linea della Corte costituzionale, che ha dichiarato l’illegittimità di una delle norme penali che regolano la misura della sorveglianza speciale, rispetto agli obblighi del “vivere onestamente” e del “rispettare le leggi”. La difesa, sostenuta dall’avvocato Rosario Prudenti, ha messo in dubbio l’intera ricostruzione investigativa, spiegando che le violazioni furono da legare ad una valutazione non congrua della disciplina in materia.
Tra le altre cose, a Di Stefano veniva contestata la mancata custodia di una vettura sequestrata, che venne poi rubata. Anche questo capo di imputazione è caduto, con la pronuncia dell’assoluzione. Altri capi, invece, sono stati dichiarati già prescritti.