Gela. Sono accusati d’usura per aver imposto ad un imprenditore edile prestiti a strozzo. Per questa ragione, imputati davanti alla corte presieduta dal giudice Paolo Fiore sono i fratelli Roberto e Salvatore Ingegnoso, Onofrio Celona e Concetta Di Pietro. Al centro dell’inchiesta che ha portato i quattro davanti alla corte, una serie di presunti prestiti ad usura ottenuti dall’imprenditore.
Nel corso della prima udienza del dibattimento appena apertosi, sono stati sentiti due agenti di polizia presenti durante l’effettuazione dei primi rilievi tecnici e degli appostamenti che, nel settembre di cinque anni fa, portarono ai controlli nei confronti di Roberto Ingegnoso.
Il pubblico ministero Serafina Cannatà e i difensori dei quattro, gli avvocati Flavio Sinatra, Antonio Impellizzeri e Rocco La Placa, hanno anche sentito l’imprenditore che sarebbe finito nella ragnatela dei prestiti a strozzo.
“Roberto Ingegnoso – ha detto – mi ha garantito alcuni prestiti a condizione che li restituissi con il dieci percento d’interesse in più al mese. Lo contattai quando iniziarono le mie difficoltà aziendali. In sostanza, i ritardi nei pagamenti per i lavori al tribunale mi avevano messo in forte preoccupazione”.
L’avvocato Flavio Sinatra, difensore dei fratelli Ingegnoso, ha contestato le cifre indicate dal teste: facendo riferimento ad assegni che, comunque, avrebbero avuto un valore inferiore rispetto a quello indicato dall’imprenditore e ricostruendo rapporti tra Roberto Ingegnoso e la presunta vittima avviati solo per ragioni commerciali.
Il giudice Paolo Fiore, affiancato dai magistrati Fabrizio Molinari e Manuela Matta, ha deciso di aggiornare il dibattimento al prossimo 30 gennaio: verranno analizzati anche i dati bancari al centro dell’inchiesta.