Gela. “Stanno smantellando la sua casa ma il sindaco mi sembra poco reattivo. Lo vogliamo capire che, mentre l’amministrazione comunale è impegnata ad individuare nuovi locali
da offrire a Riscossione Sicilia, la società ridurrà drasticamente l’intero servizio?”.
Il segretario generale provinciale della Cgil Ignazio Giudice si rivolge al primo cittadino Angelo Fasulo durante il secondo sit in, in poco meno di una settimana, organizzato dal sindacato davanti gli attuali uffici di Riscossione Sicilia, l’ex Serit, a Caposoprano. “Abbiamo raccolto oltre mille firme e, in poche ore, altri trecento cittadini si sono aggiunti per dire no al declassamento – continua – sostenere che gli uffici non verranno chiusi è come ammettere che il lido la Conchiglia sia ancora in attività”.
Il timore riguarda il trasferimento del personale impegnato in città. “Verrà mantenuto un ufficio – ammette Giudice – con, al massimo, due impiegati a disposizione. Si potranno effettuare solo pagamenti tramite bancomat. E’ assurdo. La sede di Gela produce risultati che non hanno nulla da invidiare a Catania o Palermo. Però, quì si ridimensiona. Alla faccia dell’autonomia territoriale tanto propagandata!”.
Al sit in, hanno preso parte il segretario della Fiom Orazio Gauci, i sindacalisti Filcams Nuccio Corallo e Emanuele Scicolone, quello della Filt Giuseppe Lombardo e, ancora, il segretario della Flai Cgil Pino Pardo e quello della Filctem Gaetano Catania. I sindacalisti, a questo punto, non escludono azioni ancor più plateali, compresa l’occupazione degli uffici di Caposoprano. La protesta è stata appoggiata dal professionista Giulio Cordaro che ha già presentato un esposto in procura contro il ridimensionamento di Riscossione Sicilia.