Gela. E’ trascorso un anno dalla morte dell’ex operaio della Cosmi Sud Gianfranco Romano, travolto da un enorme fascio di tubi staccatosi nell’area della radice pontile della fabbrica Eni di contrada Piana del Signore.
La famiglia continua a pretendere chiarezza e, non a caso, si è costituita parte civile nel procedimento penale avviato davanti ai magistrati della procura.
Intanto, per giovedì sera è stata programmata una fiaccolata in memoria dell’operaio. Il corteo attraverserà l’intero centro storico per terminare davanti a Palazzo di Città.
Sono stati proprio i familiari dell’operaio a volere che il suo ricordo, ad un anno esatto dalla scomparsa, venisse pubblicamente mantenuto. Romano venne travolto dal fascio di tubi nelle prime ore della sera del 28 novembre di un anno fa.
Un incidente verificatosi dopo diverse ore di straordinario sostenute dall’operaio e dai suoi colleghi. I sindacati dei metalmeccanici hanno scelto di aderire, chiedendo maggiore sicurezza nello stabilimento.
Ad un anno di distanza, l’attività giudiziaria sull’accaduto ha rischiato di subire un brusco stop. Il giudice dell’udienza preliminare Veronica Vaccaro, titolare del procedimento giudiziario apertosi sul caso, ha deciso di revocare l’incarico ai quattro periti che erano stati scelti per effettuare i necessari accertamenti proprio nell’area della radice pontile dove il giovane Romano ha trovato la morte.
Le operazioni sarebbero state condotte con eccessiva lentezza: inoltre, uno degli esperti aveva già svolto incarichi per conto della stessa raffineria Eni, generando un possibile conflitto d’interessi. Oltre alla famiglia Romano, la fiaccolata è stata voluta dai volontari della Procivis.