Gela. L’ultimo giorno di comizi pubblici l’ha aperto Filippo Franzone, in piazza Umberto I. “L’unico candidato che farà veramente la rivoluzione”, è stato detto dal palco. Con Franzone, gli assessori designati e i sostenitori della prima ora. Uno dei candidati, Desiree Comandatore, figlia di Salvatore Comandatore (“guardiafuochi licenziato per essersi rifiutato di sversare idrocarburi in mare” è stato spiegato dal palco), ha parlato della necessità di una rifondazione quasi totale di una città che mette da parte chi lotta per i propri diritti. “Siamo quelli che non hanno raccomandazioni, che sopportano l’assenza costante di acqua, che lavorano ogni giorno, che non accettano compromessi con nessuno”, è stato detto durante il comizio. È stato ricordato l’impegno in prima linea di Franzone per migliorare il sistema sanitario cittadino, per lasciare la provincia di Caltanissetta e per dare voce “a chi non ne ha”.
Acqua, dighe e una politica “che non si occupa della città”, sono i punti toccati da Franzone nel suo intervento. “Il municipio non è la casa dei politici ma dei cittadini che vanno serviti”, ha continuato. “La politica gelese è sorda alle richieste dei cittadini. È un momento storico per la città – ha aggiunto – io sono un candidato non politico. Mi sono battuto per diciannovenne anni. Va fatta pulizia, basta malapolitica”. Franzone punta tutto sul taglio netto, “questa politica è fatta solo per servire i capi a Palermo e a Caltanissetta”. Agricoltura e dighe sono i malati che risentono di una politica assente, è stato ribadito. “È arrivato il momento di punire questa politica – ha concluso – dobbiamo andare a votare, altrimenti non ci sarà rivalsa. Non siamo passati alla Città metropolitana di Catania perché la politica non ha voluto. Il ricorso non è andato avanti per colpa del sindaco Greco e del vice Di Stefano. Ma faremo un terzo ricorso””.