Gela. La procura ha confermato che quella di Emanuele Murana era una consuetudine bene architettata. Entrava nelle vite di anziani, rimasti soli, iniziando ad assorbire, lentamente, buona parte dei loro averi, anche attraverso il ruolo di donne dell’est Europa, principalmente romene. Questa mattina, il pm Luigi Lo Valvo, davanti al collegio penale del tribunale, ha chiesto la condanna a dieci anni di detenzione per Murana, che ha precedenti penali. Il magistrato ha ribadito che il suo era un modus operandi ormai consolidato, messo in atto in diverse situazioni. Cinque anni e cinque mesi di detenzione sono stati richiesti per Daniel Vasile Ciubotaru. Il giovane cittadino romeno avrebbe spalleggiato Murana, vivendo insieme a lui per un certo periodo di tempo. Gli anziani, sulla base di quanto emerso, avrebbero subito lo spossessamento di ingenti somme di denaro e di beni. L’inchiesta venne ribattezzata “San Giuseppe”, dato che una delle vittime del gruppo fu costretto a vestire i panni della tradizione religiosa locale pur di avere qualche offerta dai fedeli. Un anno di reclusione è stato richiesto, rispettivamente, per Marita Panait, Emanuele Consiglio, Elena Gruia e Angelo Di Fede. Manca la condizione di procedibilità per Nicolae Ciubotaru e Irina Gruia. Quattro anni, infine, sono stati indicati rispetto alla posizione di Rosa Schembri, che avrebbe avuto un ruolo nello sfruttamento della prostituzione. Le parti civili (con i legali Giuseppe Fiorenza, Riccardo Balsamo e Vanessa Capizzello), in rappresentanza degli anziani presi di mira e defraudati, hanno concluso per la condanna dei coinvolti. Alcuni difensori hanno esposto le loro conclusioni.
Si proseguirà durante la prossima udienza. Tra i legali degli imputati, gli avvocati Giovanna Cassarà, Angelo Cafà, Nicoletta Cauchi, Floriana Trainito, Eleonora Melilli, Giuseppe Smecca e Ivan Bellanti.