Gela. La linea d’accusa sviluppata dalla procura e dai carabinieri, che si occuparono dell’inchiesta “San Giuseppe”, è stata confermata dal collegio penale del tribunale, presieduto dal giudice Miriam D’Amore (a latere Eva Nicastro e Martina Scuderoni). Undici anni di reclusione, con il riconoscimento della recidiva e della continuazione, sono stati imposti ad Emanuele Murana. Per i pm, avrebbe approfittato della debolezza di alcuni anziani, rimasti soli, per assorbirne quasi del tutto i beni e le disponibilità economiche. Insieme a lui, si sarebbero mossi cittadini romeni. Cinque anni e sei mesi sono stati decisi per Daniel Vasile Ciubotaru. Sarebbe stato assolutamente consapevole di ciò che accadeva, sostenendo le azioni di Murana, con il quale per un certo periodo avviò una convivenza. Per gli inquirenti, erano le figure principali, al centro dell’attività di indagine. Due anni di reclusione sono stati decisi per Marita Panait. Sei mesi ciascuno per le posizioni di Emanuele Consiglio ed Elena Gruia. Assolti, per non aver commesso il fatto, sia Angelo Di Fede sia Rosa Schembri (alla quale erano contestati fatti legati allo sfruttamento della prostituzione). Il non doversi procedere è stato indicato per Nicolae Ciubotaru e Irina Gruia. L’attività degli investigatori partì da verifiche condotte nelle abitazioni degli anziani, nelle quali man mano avevano iniziato a prendere spazio proprio gli imputati. Emersero condotte quasi sistematiche tese ad impossessarsi dei loro beni. Due di loro si sono costituiti parti civili, con gli avvocati Giuseppe Fiorenza, Riccardo Balsamo e Vanessa Capizzello. Gli è stato riconosciuto il diritto al risarcimento dei danni e provvisionali per diecimila euro ciascuno. Le difese di tutti gli imputati hanno insistito sull’assenza di riscontri concreti.
Non ci sarebbe stata alcuna iniziativa per impossessarsi delle disponibilità patrimoniali degli anziani. Anzi, per i legali, Murana e gli altri coinvolti avrebbero dato un sostegno a persone rimaste sole o comunque in difficoltà nell’affrontare la quotidianità. Conclusioni che non hanno trovato l’assenso dei giudici. Gli imputati sono rappresentati dai legali Giovanna Cassarà, Angelo Cafà, Nicoletta Cauchi, Floriana Trainito, Eleonora Melilli, Giuseppe Smecca e Ivan Bellanti. Il collegio ha pronunciato assoluzioni solo per alcuni capi di imputazione addebitati ai principali accusati.