Gela. Un grave incidente sul lavoro a due mesi di distanza dalla morte dell’operaio trentenne Francesco Romano. Si è sfiorata la tragedia, infatti, all’isola 12 della fabbrica Eni: questa volta, le conseguenze peggiori le ha subite il quarantacinquenne Angelo Caruso, dipendente della società Smim.
L’uomo, da anni impegnato nell’indotto Eni, è stato colpito dai pesanti componenti di un ponteggio allestito per la sostituzione di una delle linee dell’impianto di alchilazione. L’operaio è stato travolto mentre si trovava insieme ad un collega. Tutto si sarebbe innescato durante le fasi di sollevamento di uno dei tubi della linea. In pochi secondi, infatti, il tubo appena estratto, dopo alcuni tentativi, ha colpito proprio una parte del ponteggio allestito dagli operai della Smim. I due sono stati colpiti da diversi tubolari. Angelo Caruso, però, ha riportato le conseguenze peggiori: è stato subito soccorso dai colleghi e dal personale della sicurezza interno alla fabbrica. Le sue condizioni sono apparse gravi: il collega, invece, ha riportato solo la frattura di un dito e non ha dovuto fare ricorso neanche ai sanitari del Vittorio Emanuele. Il quarantacinquenne, invece, è stato travolto riportando conseguenze al volto. Entrambe le mandibole sono fratturate, con profonde ferite. Il dipendente della Smim, fra le altre cose, ha perso alcuni denti. Trasportato al pronto soccorso del Vittorio Emanuele, i medici lo hanno subito messo sotto osservazione. Caruso, infatti, a causa del violento impatto con i tubolari, ha subìto una commozione celebrale. La frattura alle mandibole, almeno sul lato sinistro, è risultata scomposta con uno scivolamento osseo. La vittima del grave incidente sul lavoro è attualmente ricoverato tra le stanze del reparto di ortopedia del Vittorio Emanuele. Adesso, i medici del nosocomio attendono il via libera da parte dei colleghi del centro di chirurgia maxillo facciale del Civico di Palermo. Proprio nella struttura specialistica del capoluogo, le condizioni dell’operaio verranno ulteriormente valutate. Il passaggio al centro palermitano, però, slitterà almeno di un giorno. Era stato fissato per ieri ma, al momento, non ci sono posti liberi per ospitarlo. I segretari delle sigle sindacali dei metalmeccanici di Fiom, Fim e Uilm sono stati informati dell’accaduto ed hanno espresso solidarietà ad Angelo Caruso e alla sua famiglia. In fabbrica, infatti, è ancora pesante il ricordo di Francesco Romano e della sua tragica fine.