Gela. “Ho guidato un partito rivelatosi, alla fine, decisamente impantanato. Nessuno accetta la possibilità che esistano altri punti di riferimento politici in città. Il mio intento era quello di costruire alleanze politiche e non, invece, intese basate sui posti di sottogoverno”.
L’ex segretario cittadino del Partito Democratico Carlo Romano traccia il suo personale bilancio anche in vista delle prossime amministrative.
“Il Pd – spiega – si dimostra un partito forte in città. Attenzione, però, il voto delle europee non era assolutamente un referendum sulla tenuta della giunta Fasulo. Il vero banco di prova sarà quello delle amministrative. Non so ancora se il sindaco deciderà di ricandidarsi. In ogni caso, l’eventuale soluzione delle primarie andrà adottata per assicurare un confronto tra tutti i possibili aspiranti”.
Di certo, l’esperienza nella segreteria cittadina del partito ha lasciato luci e ombre negli occhi di Romano. “Purtroppo – ammette – non sono riuscito a comprendere fino in fondo il perché dello scollamento tra la giunta e i consiglieri del partito. In ogni caso, mi sono trovato davanti a troppi retropensieri. Comunque, rimango nel Pd. Rispetto ai prossimi scenari, non escludo che gli ex deputati regionali possano tornare alla ribalta. Miguel Donegani ha esperienza amministrativa. Lillo Speziale, mi pare, sia più interessato a sostenere il partito dall’esterno”.
Nei rapporti con il primo cittadino, comunque, rimangono alcune increspature. “Lo stimo come uomo – conclude Romano – ma ho dovuto confrontarmi con situazioni spiacevoli. Il mio rientro, dopo che decisi di lasciare, non ha prodotto i risultati attesi. E’ stata un’altra delusione. Sembrava quasi che si facesse a gara per smentire le mie affermazioni”.