Gela. Le ordinanze di sgombero degli alloggi popolari delle quali abbiamo riferito non risolvono l’emergenza abitativa in città. Il segretario provinciale Sunia Iside Licata chiede una riflessione maggiore e “una cabina di regia” per trovare soluzioni in favore di famiglie, che altrimenti non avranno più un posto dove vivere. “L’emergenza abitativa in città non può più attendere. L’amministrazione comunale non può più esimersi dall’affrontare il grave problema abitativo e dall’aggiornare la graduatoria, E’ chiaro che si tratta di famiglie che hanno occupato abusivamente gli alloggi privando altri di un diritto legittimo – spiega il segretario Licata – ma bisogna considerare e comprendere che ci sono tante famiglie indigenti che non hanno i titoli per entrare nella graduatoria di assegnazione di un alloggio popolare perché considerate troppo ricche ma non abbastanza per cercare risposte nel mercato privato, così da evitare le occupazioni abusive. Oggi, il divario tra il livello di costo degli affitti e le ridotte capacità economiche degli inquilini alle prese con la crisi economica ed occupazionale aumenta sempre di più. Per questa ragione è doveroso intervenire in largo anticipo”.
Il segretario Licata cita la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, che appunto prevede il diritto “ad un tenore di vita sufficiente” senza però ricomprendere il diritto alla casa. Il Sunia attende ancora la riforma regionale degli Iacp. “Piuttosto che rischiare e mettere sulla strada migliaia di famiglie con esecuzioni forzate degli sfratti, si dovrebbero mettere in campo alternative immediate come l’istituzione di una cabina di regia con gli enti preposti – aggiunge Licata – in modo da potere accompagnare queste famiglie nel passaggio da casa a casa e fare un censimento degli alloggi liberi. E’ inoltre importante segnalare che molte famiglie vivono in alloggi le cui condizioni sono fatiscenti. E’ impensabile condurre una vita normale in questo modo. Molti alloggi, infatti, avrebbero bisogno di manutenzione ordinaria e straordinaria affinchè possano essere definiti dimore. Noi facciamo la nostra parte, ma è necessario sollecitare l’amministrazione per soluzioni in tempi adeguati”.