Settimane decisive per il bilancio stabilmente riequilibrato, sindaco vuole avere la bozza

 
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Di Stefano in aula consiliare

Gela. Settembre, che si appresta ad iniziare, sarà un’ulteriore verifica per l’amministrazione Di Stefano, che seppur insediata solo da inizio luglio deve già fare i conti con una serie di priorità ineludibili. Non solo l’emergenza idrica e la necessità di ottimizzare il servizio rifiuti e il decoro urbano, c’è infatti la prova decisiva del bilancio stabilmente riequilibrato. La trasferta istituzionale a Roma pare aver dato maggiori consapevolezze al primo cittadino. Senza il bilancio stabilmente riequilibrato, sarà praticamente impossibile programmare l’evolversi della gestione amministrativa. Lo strumento finanziario che manca è la chiave che potrebbe aprire le porte per rafforzare l’organico dirigenziale e per assicurare servizi e impegni finanziari. Di Stefano lo ha ribadito in sede ministeriale: la bozza del bilancio dovrà essere pronta entro fine mese. In caso contrario non sono da escludere cambi in corsa nell’assetto della burocrazia municipale. Il dissesto si fa sentire su ogni fronte, il personale è numericamente insufficiente e l’efficienza delle procedure è spesso una chimera che si ripercuote su iter molto importanti. Ci sono i progetti dei programmi di finanziamento da portare avanti e i cantieri da far partire. Il bilancio stabilmente riequilibrato potrebbe essere un risultato da non trascurare pure per il futuro dei rapporti con la municipalizzata Ghelas multiservizi, a sua volta alla ricerca di un’identità vera.

Il sindaco non l’ha nascosto, la burocrazia comunale deve collaborare al raggiungimento dell’obiettivo. Prima di partire per Roma, ha inoltrato una nota interna con la quale richiama tutti ad un impegno che possa consentire una svolta finanziaria. Il bilancio stabilmente riequilibrato, sulla scorta di una prima valutazione anche ministeriale, pare dovesse essere pronto già lo scorso maggio. Di Stefano, adesso, vuole concretizzare. Settembre potrà dire molto nel rapporto, non proprio idilliaco, tra politica e burocrazia.

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