Gela. Il consiglio comunale monotematico sulla crisi idrica non ha sortito gli effetti attesi. Non c’è stata neanche l’approvazione del documento finale di maggioranza, ma è comunque chiaramente emerso che in questa fase la linea della nuova Ati, guidata dal sindaco di Niscemi Massimiliano Conti, non propende per la risoluzione del contratto. A sostenere lo svolgimento della seduta monotematica sono stati, tra gli altri, gli esponenti del Forum dei movimenti per l’acqua pubblica, che da anni spingono per il superamento della gestione privata del servizio idrico. Ormai da tempo, si rivolgono ai sindaci del territorio e ai vertici dell’Assemblea territoriale idrica. Tra le tante anomalie che non hanno mai convinto, il fatto che i sindaci, fino ad oggi, abbiano consentito che le tariffe idriche, sempre più elevate, venissero approvate dai commissari. Dal Forum fanno inoltre sapere che sarebbe necessaria una forte presa di coscienza, per sostenere l’esigenza di un risarcimento dei danni ambientali, patiti dal territorio e dagli utenti a causa dei mancati interventi di adeguamento. Uno degli episodi che ha nuovamente ridestato l’attenzione su queste disfunzioni è senza dubbio lo sversamento su un tratto di spiaggia del lungomare Federico II di Svevia, causato dall’impianto di sollevamento, in gestione a Caltaqua. “Sarà importante – aggiungono gli esponenti del Forum – che i progetti del Piano d’ambito non vengano coordinati da Caltaqua, ma direttamente dai Comuni”. Anche il presidente Ati Massimiliano Conti, parlando in aula consiliare a Gela, ha spiegato che ci sono progetti per almeno 60 milioni di euro.
“Bisogna applicare le penali per i disservizi contrattuali – aggiungono dal Forum – così come spiegato dal presidente Conti, e bloccare l’aumento delle tariffe, fino ad oggi autorizzato solo da commissari. Ricordiamo ancora che il gestore Caltaqua, nel tempo, è anche incorso in violazioni fiscali, accertate dalle autorità preposte”.