Senza treni e con pochi bus, il degrado della Stazione ‘’fantasma’’

 
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Gela. A Gela i treni non arrivano né partono più e la stazione è diventata in pochi mesi una struttura fantasma. A causa dei tanti cantieri sulla linea Caltagirone-Gela, la circolazione ferroviaria è ferma e i pochi bus sostitutivi non bastano.

Da quando il ponte sulla linea Caltagirone-Gela è crollato nell’ormai lontano 2011, la situazione dell’unica stazione cittadina è precipitata: il viadotto è stato sottoposto ad un intervento di ricostruzione dieci anni dopo, ma i problemi sulla linea non si fermano lì.

Il crollo ha portato alla luce criticità in altri viadotti lungo la stessa tratta, obbligando le autorità a nuovi controlli e a progettare interventi strutturali più complessi del previsto. Dallo scorso 10 giugno poi l’ennesima interruzione complica ulteriormente la situazione: a causa di interventi di potenziamento infrastrutturale, la circolazione ferroviaria tra le stazioni di Grammichele e Caltagirone è stata sospesa. I pochi treni che operavano lungo la linea Catania-Gela sono stati sostituiti da bus, che però coprono solo una parte del tragitto, lasciando così i viaggiatori con orari ridotti e percorsi più lunghi e scomodi.

Ma non è solo una questione di trasporto. L’immobilità si riflette anche sulle condizioni fisiche della stazione e delle aree limitrofe. La stazione di Gela appare oggi quasi abbandonata, tra strutture deteriorate e spazi lasciati al degrado.

E così, ciò che un tempo era un centro di passaggio e di movimento ora è un luogo semi-deserto, con aree trascurate che diventano facile preda di incuria e vandalismi. Tutte le aiuole esterne sono ormai ricoperte di rifiuti e trasformate in vere e proprie discariche a cielo aperto.

E i cittadini di Gela intanto si sentono sempre più isolati, non solo dal resto della Sicilia, ma dall’intera rete di trasporti del Paese. La promessa di un collegamento ferroviario sicuro e moderno sembra sempre più lontana. Nel frattempo, l’abbandono della stazione e il degrado delle sue aree circostanti rappresentano una ferita aperta per la comunità, simbolo delle difficoltà e dei rallentamenti che affliggono le infrastrutture dell’isola.

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