Senza privacy al Vittorio Emanuele, pazienti in barella nella hall dell’ospedale

 
0

Gela. Deve rimanere in ospedale perché è stato esposto a sbalzi di temperatura dopo avere subito un interevento chirurgico. Ha la febbre, quindi i medici non possono dimetterlo.

Le lamentele dei pazienti. E’ la storia di uno dei tanti pazienti operati in ospedale costretti a invocare, inoltre, il rispetto della legge sulla tutela della loro privacy. Sarebbe continuamente violata proprio durante i trasferimenti post operatori e, per le visite di routine, tra un reparto all’altro. “Ho avuto la necessità coprirmi il volto per sfuggire dagli sguardi indiscreti – ammette Vito C. di 66 anni – quando sulla barella mi hanno fatto attraversare la sala di attesa del Centro unico di prenotazione (Cup), in quel momento affollata di gente. C’era anche freddo. Uno sbalzo di temperatura eccessivo per chi, come me, era da poco uscito dalla sala operatoria per essere trasferito nel reparto di Radiologia. Per fortuna mia moglie si è tolta il suo cappotto per coprirmi”. Non è andata meglio ad Arcangelo Schembri, dopo il trasferimento dalla sala operatoria alla stanza di degenza ha accusato i primi sintomi di raffreddore. “Ho la febbre – ammette il paziente – Ai medici è bastato verificare la cartella clinica per revocare le mie dimissioni. Ho subito un intervento alla spalla destra, sarei potuto tornare a casa e continuare la mia convalescenza invece devo rimanere in ospedale”. Le lamentele dei pazienti non investono il personale medico e nemmeno quello infermieristico, eccezione fatta per i pochi portantini presenti tra le corsie. “Dopo avere subito una protesi all’anca ho dovuto attendere per circa un’ora in sala operatoria l’arrivo del portantino – aggiunge Vito C. – Ha ammesso di avere avuto un contrattempo in Dialisi con un altro paziente, giustificando il ritardo con la mancanza di personale”. La situazione di disagio è lamentata da quasi tutti i pazienti. Il figlio di Giuseppe Bongiovanni, pensionato di 78 anni, riferisce di essere rimasto sorpreso dai continui sbalzi di temperatura che i pazienti sono costretti a sopportare durante i continui trasferimenti. “Se non fosse per questi inconvenienti – ammette Salvatore Bongiovanni – l’ospedale sarebbe impeccabile. Il personale è disponibile e qualificato. Purtroppo non possiamo dire lo stesso per la gestione. E’ inconcepibile temere di ammalarsi in ospedale. Eppure accade con frequenza durante i trasferimenti in sala gessi o in radiologia, proprio per i continui sbalzi di temperatura. In alcuni casi i pazienti sono costretti ad attraversare il piazzale esterno”. Sulla vicenda era intervenuta Ida Grossi, ormai ex manager dell’Asp nissena, assicurando un intervento celere mai effettuato. Lo sa bene il nuovo direttore generale, Carmelo Iacono, che dopo una visita all’ospedale di via Palazzi ha annotato le carenze assicurando una “rimodulazione che faccia cessare l’emergenza all’interno dell’ospedale. La fase progettuale darà priorità a risolvere le emergenze”.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here