"Senza cantieri in fabbrica, anche gli edili a rischio...", sì ai contratti di solidarietà ma non basta

Gela. Contratti di solidarietà confermati, ma senza certezze sui prossimi cantieri di Eni si rischia il tracollo anche fra gli edili. “Ci vogliono certezze sui cantieri…”. Sia i manager di Turco Cost...

A cura di Redazione Redazione
07 luglio 2016 16:28
"Senza cantieri in fabbrica, anche gli edili a rischio...", sì ai contratti di solidarietà ma non basta -
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Gela. Contratti di solidarietà confermati, ma senza certezze sui prossimi cantieri di Eni si rischia il tracollo anche fra gli edili. “Ci vogliono certezze sui cantieri…”. Sia i manager di Turco Costruzioni che quelli di Edilponti hanno detto sì alla proroga dei contratti di solidarietà che consentiranno ad oltre duecento operai di continuare a lavorare, seppur con un monte orario inferiore. Adesso, però, sono gli stessi sindacati del settore a chiedere certezze. “La proroga dei contratti di solidarietà aiuta a tamponare una fase di stagnazione delle commesse – dicono i segretari di Fillea e Filca Francesco Cosca e Francesco Iudici – ovviamente, i problemi si ripresenteranno già a novembre. Né i lavoratori né le aziende possono vivere di contratti di solidarietà che sono soltanto una soluzione temporanea”. Nelle scorse settimane, i manager Eni hanno pubblicamente confermato il cronoprogramma che dovrebbe portare all’avvio della green refinery. “I lavori devono iniziare prima possibile – spiegano i sindacalisti – ci riferiamo al porto isola ma anche alle bonifiche e a tutte le opere collaterali. Per gli edili, non ci sono più altri ammortizzatori sociali”.

Non solo Edilponti e Turco Costruzioni… Peraltro, gli edili in fabbrica non sono soltanto quelli alle dipendenze di Turco Costruzioni e Edilponti. Ci sono anche gli operai della Trainito Costruzioni, dell’Icaro e della Lavema. In totale, quasi quaranta dipendenti che, a loro volta, vanno incontro ad un futuro, più o meno prossimo, ancora pieno di punti interrogativi. Dopo la “mazzata” che ha colpito il settore metalmeccanico e quello elettrostrumentale, gli edili vorrebbero evitare una nuova emorragia di posti di lavoro.

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