Gela. Condannato a quattro mesi di reclusione e all’obbligo di risarcire i danni, anche in sede civile, all’imprenditore Giuseppe Romano, titolare di una delle aziende che, negli ultimi anni, si è occupata della gestione del servizio di smaltimento rifiuti in città.
L’ex operatore ecologico Carmelo Greco, stando all’accusa, avrebbe minacciato di morte proprio l’imprenditore, costituitosi parte civile con l’avvocato Fabrizio Ferrara, ed è scattata la condanna.
La pubblica accusa, a conclusione del dibattimento, ha chiesto sei mesi di reclusione. Le minacce sarebbero state pronunciate nel marzo di quattro anni fa, durante i giorni di trattativa per il passaggio del servizio rifiuti dal consorzio che lo aveva gestito per diversi anni all’azienda agrigentina Sap.
Davanti al rischio di licenziamenti, sarebbe stato l’imputato, nel corso di un’assemblea sindacale, a rivolgersi in direzione di Giuseppe Romano. “Se perdo il lavoro, qualcuno perde la vita”, questa la frase che sarebbe stata pronunciata, tanto da convincere l’imprenditore a denunciare. Nel corso del dibattimento, però, diversi colleghi dell’ex operatore ecologico hanno escluso qualsiasi collegamento tra le minacce e lo stesso imputato.
Non sarebbe stato Greco, in base alla loro versione, a minacciare Romano. Una linea confermata dall’avvocato difensore Adriano Falsone. Il legale, non a caso, ha fatto emergere diverse presunte incongruenze nelle versioni fornite in aula dalla presunta vittima e dall’ex dirigente comunale Roberto Sciascia. Il giudice Domenico Stilo, alla fine, ha condannato l’imputato pur riconoscendogli alcune attenuanti generiche.