Gela. Il procedimento penale avviato nei confronti di ventidue tra dirigenti e tecnici delle società del gruppo Eni attive in città si è trasformato in un vero e proprio casa politico.
“Queste scelte sono segnali chiari…”. Una nuova “puntata” dello scontro tra i consiglieri comunali del Movimento cinque stelle e l’amministrazione comunale. “Mentre la raffineria è sotto processo perché accusata di aver distrutto la città – scrivono in una nota pubblica i consiglieri comunali a cinquestelle – l’amministrazione comunale, anziché sollevare un caso mediatico per questo processo, si sedeva al tavolo con Eni e sottoscriveva, proprio con Eni, una lettera di intenti per avviare un tavolo tecnico affinché dove oggi sorgono i ruderi di un disastro passato possano sorgere i presupposti per un nuovo investimento industriale sul gnl, forse anche per un nuovo disastro. Un bel sistema di liquefazione del gnl, in accordo con la stessa azienda che, secondo la procura, ci ha devastati. Certe scelte sono segnali, sono azioni che indicano quanto un’amministrazione tenga davvero al futuro dei propri cittadini”.
“I grillini dovrebbero pensare prima di attaccare”. Accuse mirate, quelle dei grillini, respinte dal vice sindaco Simone Siciliano, più volte accusato di essere fin troppo “vicino” agli interessi del gruppo Eni. “La nostra amministrazione – spiega – non sta affatto barattando la salute dei cittadini con gli investimenti di Eni. L’azienda, in questi lunghi anni, ha inquinato diverse aree della città e deve riparare ai danni causati. Questo, però, non significa rinunciare a costruire un futuro economico per la città. Il polo logistico, oltre a quello del gas naturale liquefatto, sono punti di partenza essenziali. Il futuro di quest’economia è nei carburanti sostenibili e noi stiamo puntando proprio verso questa direzione. I grillini, invece, dovrebbero farsi qualche domanda in più prima di attaccare. Se non sbaglio, hanno più volte chiesto del destino dei trentadue milioni di euro di compensazioni e hanno dato delle indicazioni su come impiegarli. Mi pare, però, che quei soldi li stia mettendo a disposizione la stessa società Eni, al centro del procedimento penale per disastro ambientale, nel quale l’amministrazione comunale si costituirà parte civile per ottenere i giusti risarcimenti”.
La commissione ambiente contro la giunta. La condotta della giunta del sindaco Domenico Messinese, però, viene stigmatizzata anche dai componenti della commissione comunale ambiente e sanità. Non solo il presidente, la grillina Virginia Farruggia, ma anche gli altri consiglieri Giuseppe Ventura, Salvatore Farruggia, Maria Pingo e Crocifisso Napolitano. “Apprendiamo in queste ultime ore una notizia che ci lascia sgomenti – scrivono – quella della firma di un protocollo di intesa al Ministero dello sviluppo economico tra Regione, amministrazione comunale ed Eni, per la conduzione di uno studio di fattibilità per la realizzazione di una base logistica di gas naturale liquefatto, pare con annesso liquefattore. Quindi, contestualmente alla costituzione di parte civile in un processo ambientale di portata nazionale, le più alte cariche istituzionali deputate al controllo del territorio, alla salvaguardia della salute dei cittadini ed allo sviluppo economico di una società al collasso, piuttosto che parlare di quantificare il danno subito per chiedere un lauto risarcimento e chiedere a gran voce che venga applicato immediatamente il Piano di risanamento ambientale del 1995, siglano un accordo per avviare uno studio che non verrà indirizzato, per ciò che abbiamo letto, né verso la sostenibilità ambientale né tantomeno verso eventuali ricadute occupazionali sul territorio”.