Gela. La prese di mira all’uscita di una filiale bancaria di corso Vittorio Emanuele e la scippò a Caposoprano, nella zona di via Formia. Condannato a tre anni di reclusione. Adesso, arriva la condanna per un giovane accusato dell’azione. Tre anni di reclusione decisi dal giudice dell’udienza preliminare Paolo Fiore. Per lui, l’accusa chiedeva tre anni e sei mesi. La donna venne strattonata e ferita, cadde sul selciato stradale e si procurò diverse fratture. La ricostruzione dei fatti venne realizzata attraverso l’analisi delle immagini registrate dai sistemi di videosorveglianza. La donna, uscita dagli uffici bancari, salì a bordo di un bus urbano per raggiungere Caposoprano. L’imputato, Fabio I., avrebbe seguito il bus a bordo della sua Opel. Giunti nella zona di via Formia, a piedi, raggiunse la donna e la rapinò. Il suo legale di fiducia, l’avvocato Nicoletta Cauchi, ha contestato l’intera ricostruzione, partendo proprio dalla scarsa qualità delle immagini dei sistemi di videosorveglianza. Non ci sarebbe la certezza che a colpire sia stato proprio il giovane. A chiudere il cerchio, secondo i magistrati della procura che ne hanno chiesto la condanna, sarebbero però state le parole pronunciate dall’imputato mentre si trovava in carcere. Una sorta di confessione pronunciata nel corso di un colloquio privato intercettato dagli inquirenti. Così, scattò la contestazione dopo le profonde ferite che costrinsero la vittima al ricovero ospedaliero e all’intervento dei medici.