Gela. Adesione quasi totale, con punte del cento per cento, allo sciopero dello scorso venerdì, indetto nel gruppo Enel da Filctem Cgil, Flaei Cisl e Uilctem Uil. Partecipazione altissima dei lavoratori alle manifestazioni e ai sit-in che contemporaneamente si sono svolti in tutta la Sicilia. Anche in provincia di Caltanissetta, nella sede Enel, i lavoratori accompagnati dalle segreterie territoriali, sono stati ricevuti dal prefetto Chiara Armenia, che ha voluto ascoltare le ragioni di questo sciopero. Sono tanti i punti contestati dai sindacati. “Voler esternalizzare attività “core” dell’area della distribuzione, quali le manovre di esercizio sulla rete elettrica di media tensione. Voler modificare unilateralmente il regime di orari nella distribuzione introducendo il semiturno per il personale che opera nel territorio. Avere un piano di assunzioni che, già oggi, non consente il rispetto del dettato contrattuale, inerente la turnazione in reperibilità e produrrà una contrazione complessiva degli organici operativi e tecnici nel gruppo, di fatto impedendo di raggiungere gli obiettivi affidati dal Pnrr ad Enel. Non voler sostenere il delicato momento del phase-out con adeguati investimenti sulle energie rinnovabili e sui siti produttivi oggi esistenti per una loro riconversione. Voler modificare in termini restrittivi il vigente accordo sullo smart working, introducendo ingiustificate rigidità nel campo della conciliazione dei tempi di vita e di lavoro per oltre la metà dei propri dipendenti. Aver intrapreso una ingiustificata azione finalizzata alla riduzione dei costi, non comunicata preventivamente alle organizzazioni sindacali, che sta provocando gravi difficoltà nell’organizzazione del lavoro e nell’operatività quotidiana”, si legge in una nota. Queste decisioni stanno provocando una diminuzione degli standard di qualità e sicurezza per i lavoratori diretti e delle imprese appaltatrici, secondo sindacati e operatori. Ne consegue un incremento di incidenti sul lavoro in particolar modo sul personale delle imprese.
Una situazione preoccupante per le organizzazioni sindacali, soprattutto rispetto ad una delle aziende di riferimento per il sistema nazionale.