Schianto tra le strade dell'ex Asi, chiuso incidente probatorio per la morte di Bevelacqua
Per il giovane, le ferite riportate si rivelarono fin troppo gravi
Gela. L'ipotesi d'accusa è di omicidio stradale, mossa all'operaio che era alla guida del mezzo pesante coinvolto nell'incidente, lo scorso anno costato la vita al ventisettenne Andrea Bevelacqua. Questa mattina, davanti al gip del tribunale, è stato sentito il perito nominato su richiesta della procura, che ha avviato un'indagine su quanto accadde. Bevelacqua era in sella a una moto da cross che impattò contro il mezzo da lavoro. Lo schianto si verificò in una delle strade dell'area Nord2 ex Asi. Per il giovane, le ferite riportate si rivelarono fin troppo gravi. Era appena ritornato da un viaggio di lavoro (era dipendente di una ditta di autotrasporto) e aveva deciso di cimentarsi con la moto da cross, sua passione, in una zona che riteneva sicura ma che invece diventò scenario dell'impatto mortale. Per il perito, sentito nel corso dell'incidente probatorio, ci sarebbero state responsabilità da parte dell'indagato, che conduceva il mezzo da lavoro. Pare infatti che non rispettò l'obbligo della precedenza. L'esperto non ha comunque escluso possibili elementi di corresponsabilità a carico della vittima, che si sarebbe cimentato in sella alla sua moto, in una zona dove non sarebbe stato consentito circolare con quella due ruote. Le parti hanno esposto le loro valutazioni così come la procura. Gli atti, concluso l'incidente probatorio, tornano ai pm che assumeranno le decisioni del caso rispetto alla posizione dell'indagato, assistito dall'avvocato Davide Limoncello. I familiari della vittima, invece, sono rappresentati, tra gli altri, dagli avvocati Vittorio Giardino, Tommaso Vespo e Giuseppe Nicosia.
I rilievi della polizia municipale condotti subito dopo l'incidente
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