Gela. Due familiari del trentottenne Fabrizio Cusimano, il dipendente di banca morto lungo la Gela-Manfria nell’estate di quattro anni fa, hanno raggiunto un accordo transattivo con la compagnia assicurativa Generali e hanno scelto di rinunciare alla costituzione di parte civile. A comunicarlo, in aula davanti al giudice Tiziana Landoni, sono stati i legali di parte, gli avvocati Giorgio Milone, Santo Spagnolo e Noemi Magrì. Il magistrato, intanto, ha aperto il dibattimento e i primi testimoni verranno sentiti alla prossima udienza, fissata per giugno.
Lo schianto mortale. A rispondere di omicidio colposo è l’agrigentino Diego Leone, difeso dall’avvocato Michele Lazzara. A bordo della sua auto, almeno in base alla ricostruzione dell’accusa, avrebbe invaso la carreggiata impattando contro la moto di Cusimano, che faceva ritorno in città. Per il trentottenne non ci fu nulla da fare. Venne sbalzato oltre il guard rail e morì sul colpo. Sono costituiti parti civili, invece, altri familiari della vittima, rappresentati dall’avvocato Anna Comandatore. In giudizio, c’è anche il gruppo assicurativo Generali, chiamato a rispondere come responsabile civile. Gli investigatori, dopo lo schianto mortale, avviarono le indagini e, in base alle ricostruzioni, giunsero ad ipotizzare la responsabilità dello stesso Leone che, proprio a bordo della sua auto, procedeva in direzione opposta rispetto a Cusimano. L’imputato, attraverso il difensore, anche in fase di udienza preliminare, ha sempre escluso di aver impattato contro la moto del trentottenne.