Gela. Ieri si è limitato a confermare le proprie dimissioni da presidente della Commissione Bilancio, formalizzate questa mattina. Salvatore Scerra ha spiegato le ragioni in una conferenza stampa in un’aula consiliare-cantiere.
Ecco i punti salienti.
“Il centrosinistra pretende di indicarmi come “demagogo e populista” solo perché colpevole di aver portato all’attenzione dei comitati di quartiere la vicenda relativa allo storno di fondi del bilancio comunale destinati a garantire le minime condizioni di vivibilità dei quartieri cittadini, specie di quelli periferici”.
Le partecipate oggetto del desiderio.
“Lo storno di quei fondi, piuttosto che trovare giustificazione in una logica di sana e corretta politica del territorio, appare sempre di più esser stata dettata da logiche di rancorosa insoddisfazione per le scelte compiute dal sindaco, molto probabilmente rivelatesi essere non in linea con i desiderata -o peggio- con le aspettative nutrite da quale esponente di grido dello stesso centrosinistra, chissà magari perché convinto che l’immutabilità delle posizioni ottenute all’interno delle partecipate potesse essere il naturale prezzo da pagare per una apertura a sostegno del sindaco e della sua giunta, contro il comune sentire della maggioranza dei gelesi che ogni giorno ci sfidano a vederci coerenti oppositori alla Giunta Messinese, al di là dei proclami assai spesso solo sbandierati senza la necessaria convinzione di poterne o –il che è ancora più grave – volerne dare effettivo seguito”.
Sciarra catanisa..
“Non voglio essere complice di una “…sciarra catanisa” tra una parte del consiglio e rappresentanti della Giunta. Avevo anticipato che le poltrone non mi interessano. Mi dimetto, quindi, dalla carica di Presidente della Commissione bilancio per essere soltanto e semplicemente coerente; mi dimetto perché resto sempre più convinto che la mia buona fede non possa essere strumentalizzata per interessi di bottega; Mi dimetto, perché da uomo libero e da giovane consigliere alla sua prima esperienza politica possa io stesso, nel mio piccolo, essere messaggero di quel cambiamento da molto tempo ormai auspicato e mai realizzato, propositore dell’idea che la politica deve essere sicuramente ben altra cosa rispetto all’idea del “…levati tu che mi ci metto io…”.
Mozione di sfiducia al sindaco
“E da uomo libero, privo di condizionamenti a questo o a quello degli assessori di turno, mi faccio promotore io stesso della mozione di sfiducia al sindaco che, unitamente a quanti hanno sempre detto di voler staccare la spina ed evitare disastri ancora peggiori rispetto all’enorme baratro in cui Messinese ha portato l’intera città, invito a volere sottoscrivere, perciò formalizzando ciò che da tempo i gelesi aspettano venga fatto, per il bene di Gela e dei giovani gelesi”.