Scavi illegali e reperti archeologici piazzati all'estero, chiusa l'indagine dopo il blitz "Agorà"
Gela. Sono in totale ventidue gli indagati che, stando ai magistrati della procura, avrebbero fatto parte di un gruppo in grado di piazzare, anche all’estero, reperti archeologici e pezzi di valore....
Gela. Sono in totale ventidue gli indagati che, stando ai magistrati della procura, avrebbero fatto parte di un gruppo in grado di piazzare, anche all’estero, reperti archeologici e pezzi di valore. I reperti piazzati anche all’estero. E’ arrivato il provvedimento di chiusura delle indagini. I magistrati della procura e i militari della guardia di finanza individuarono una presunta rete di trafficanti di reperti che avrebbe preso di mira diverse aree di scavo, anche nel ragusano. Un ruolo principale sarebbe toccato a Simone Di Simone e Orazio Pellegrino. Le misure cautelari vennero emesse, tra gli altri, anche nei confronti di Vincenzo e Salvatore Cassisi, Nicola Santo Martines e Mihaela Ionita. Adesso, spetterà agli stessi magistrati decidere sull’eventuale richiesta di rinvio a giudizio. Negli scorsi mesi, anche le presunte menti del gruppo, ovvero gli stessi Di Simone e Pellegrino, hanno lasciato il carcere di Balate. Tra i difensori, ci sono gli avvocati Maurizio Scicolone, Davide Limoncello, Ivan Bellanti e Nicoletta Cauchi.
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