Gela. Fogna a cielo aperto e pozzanghere di liquami rendono inagibili la strada e i marciapiedi del tratto del lungomare compreso tra la sede della Guardia Costiera e il lido La Conchiglia.
Il cantiere di spurgo della condotta fognaria, autorizzato dal Comune, è stato segnalato alla Capitaneria di porto dagli ambientalisti Saverio Di Blasi ed Emanuele Amato, rappresentanti rispettivamente delle associazioni “Aria nuova” e “Amici della terra”, che parlano di “illegalità e mancanza di sorveglianza degli interventi di bonifica della condotta fognaria avviati, da circa due mesi, nel tratto in questione”.
Questa mattina, alcuni mezzi della ditta incaricata allo spurgo hanno operato liberamente proprio davanti la sede della Capitaneria di porto e, come denunciato dagli ambientalisti, gli interventi “interessano il tratto a sud del marciapiede del lungomare Federico II di Svevia reso inagibile da due lunghi manicotti che rilasciano parte dei liquami”. L’area del cantiere non è delimitata. E’ stato affisso solo un cartello indicante la dicitura “Vietato l’accesso ai non addetti ai lavori” proprio a ridosso del parcheggio riservato alle donne in dolce attesa.
La denuncia degli ambientalisti. “Questo liquido fuoriuscito causa un odore nauseabondo – denunciano Di Blasi e Amato – e i cittadini che passeggiano sono costretti a calpestarlo oltre ad evitare gli ingombranti tubi posizionati sul marciapiedi, in barba alle norme sulla sicurezza dei cantieri di lavoro. Inoltre – aggiungono i due ambientalisti – le autovetture di transitano trascinano il liquido per diversi metri”. La segnalazione agli ambientalisti è stata avanzata da numerosi cittadini e da alcuni titolari delle stesse attività commerciali che insistono sul lungomare. Agli uomini della Guardia costiera è stato fornito anche un dvd contenente le immagini del cantiere sospetto.
La replica del Comune. “Il cantiere attiene alle responsabilità dell’appaltatore che è Caltaqua – spiega Simone Siciliano, vice sindaco e assessore all’Igiene – Sicuramente avranno un loro responsabile della sicurezza. E’ chiaro che devono rispettare le normative. Confidiamo in Caltaqua anche nella scelta delle ditte incaricate ad eseguire questo intervento”.
la verifica della Guardia costiera. Il comandante della Capitaneria di porto, Pietro Carosia, ha voluto verificare in persona lo stato degli interventi. “Abbiamo effettuato un campionamento delle acque – assicura Carosia – inviandole al laboratorio analisi di Caltanissetta. Noi, da una prima verifica, escludiamo la fondatezza delle accuse mosse dagli ambientalisti ma prima di pronunciarci dovremo attendere gli esiti degli esami”.