Scaricavano reflui tossici in un terreno attiguo, scoperti dalla Guardia Costiera

 
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Gela. Scaricavano quotidianamente ed illecitamente attraverso un tubo interrato i reflui provenienti dal lavaggio delle autocisterne adibite al trasporto di rifiuti speciali pericolosi, direttamente nel terreno attiguo al piazzale in cui venivano parcheggiati i mezzi pesanti.

Una condotta illecita e molto pericolosa che una società locale attiva nel campo del trasporto rifiuti speciali su strada, mediante autocisterne e scarrabili effettuava indisturbata da diversi mesi e a cui adesso hanno messo fine i militari del Nucleo Operativo di Polizia Ambientale della Capitaneria di porto di Gela.

Un’operazione partita lo scorso febbraio nell’ambito dell’attività di repressione degli illeciti di natura ambientale e, più in particolare, al fine di individuare gli scarichi illeciti potenzialmente nocivi per le risorse idriche, che ha portato all’ispezione presso il piazzale ed i terreni attigui in uso alla società.

Dalle indagini portate avanti dalla Guardia Costiera sono risultate numerose criticità nell’ambito della gestione dei reflui prodotti dal lavaggio abusivo dei mezzi pesanti e delle cisterne in forza alla ditta, oltre che dell’intero sistema di depurazione e scarico.

È stato scoperto e messo sotto sequestro un bypass realizzato dalla società che immetteva abusivamente il refluo prodotto dall’attività direttamente nel terreno attiguo, in assenza di qualsivoglia processo di depurazione, oltre che delle previste autorizzazioni ambientali.

Un’attività andata avanti per mesi come testimoniano le decine di ore di telecamere di sorveglianza, attraverso le quali i militari della Capitaneria di porto di Gela, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Gela hanno potuto accertare le condotte illecite di pulizia delle cisterne, che, come confermato dalle analisi dei campioni effettuati, testimoniavano un’elevata concentrazione di sostanze inquinanti nella matrice ambientale.

Una condotta che, posta in essere in maniera stabile e duratura ha portato all’accertato danneggiamento del terreno limitrofo, sequestrato per una superficie di circa 10.000 mq e che adesso dovrà essere analizzato e bonificato, oltre che al sequestro di tutte le attrezzature utilizzate per il lavaggio abusivo delle autocisterne.

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