Sanità, Gela pronta alle barricate, il sindaco: “Ancora tagli e nessuna garanzia per l’Utin”

Nella terza bozza non ufficiale della Commissione, Gela perde comunque posti letto, Di Stefano attacca: «Così cancellano anche l’Utin»

A cura di Jerry Italia
31 luglio 2025 14:27
Sanità, Gela pronta alle barricate, il sindaco: “Ancora tagli e nessuna garanzia per l’Utin” -
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Gela. È un documento che fa discutere, quello presentato lunedì in Commissione Sanità all’Ars: la terza bozza della rete ospedaliera regionale, frutto di settimane di incontri e consultazioni tra l’assessorato alla Salute e i principali attori del sistema sanitario siciliano. Un testo ancora non ufficiale, ma già al centro di tensioni politiche e istituzionali. Una revisione che, secondo l'assessorato, punta a una redistribuzione più equilibrata dei posti letto ospedalieri.

Ma il bilancio, almeno per le Asp, è tutt’altro che incoraggiante: in molti casi si tratta di tagli. E se ci sono ospedali che aumentano i posti letto, come Siracusa o Paternò, a Caltanissetta il trend si inverte. Qui, l’Asp nissena perde complessivamente 44 posti letto. E a farne le spese maggiori è ancora una volta l’ospedale "Vittorio Emanuele" di Gela. Nella bozza si prevede un reintegro parziale: 4 posti letto ripristinati su 16 precedentemente tagliati.

Troppo poco, secondo l’amministrazione comunale, che torna a denunciare una situazione ormai diventata strutturale. A preoccupare è anche la sorte della doppia UTIN, l’unità di terapia intensiva neonatale, che da anni a Gela resta solo sulla carta a causa della cronica carenza di medici. E che oggi, secondo il piano, dovrebbe convivere con un reparto gemello a Caltanissetta.

«I cambiamenti nella terza bozza sono ancora una bufala – accusa il primo cittadino – aggiungono pochi posti letto come contentino ma mantengono la doppia Utin a danno di Gela. Ci troviamo ancora una volta davanti a un piano che non tiene conto delle esigenze del territorio. È inaccettabile continuare ad essere penalizzati in questo modo, con tagli che mettono a rischio l’assistenza ai cittadini».

La Commissione tornerà a riunirsi tra poche settimane. Ma se queste premesse dovessero essere confermate, l’amministrazione gelese si dice pronta a tutto: «Alzeremo di nuovo le barricate», ha promesso il primo cittadino.

«Se necessario, scenderemo di nuovo in piazza, stavolta insieme ai cittadini. Lo abbiamo fatto in passato e lo rifaremo, in modo tale che a Palermo capiscano bene ciò che ripetiamo ormai da mesi. I posti letto al Vittorio Emanuele non si toccano».

E ancora una volta il sindaco Di Stefano lancia un appello ai rappresentanti del territorio, affinché la battaglia in difesa dell’ospedale di Gela non abbia colore politico.

«Serve compattezza, al di là degli schieramenti. I parlamentari locali di maggioranza e opposizione ci mettano la faccia e tutelino la città. La difesa del diritto alla salute dei nostri cittadini deve unirci, non dividerci».

Il futuro della sanità pubblica in Sicilia passa, anche, dalle scelte che si faranno nelle prossime settimane. E dai territori, come Gela, che non intendono restare in silenzio.

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