Gela. Quattromila pratiche fanno fatica ad essere concluse a causa dell’assenza di documentazione che non si riesce a reperire. Le procedure di sanatoria edilizia, avviate dai tecnici dell’azienda modenese Politecnica
e da quelli del settore comunale urbanistica, non segnano il passo come qualche anno fa ma, prima che l’intero iter possa concludersi, sono ancora necessarie diverse tappe. Senza la documentazione necessaria, le quattromila pratiche rischiano di trasformarsi in altrettanti casi di rigetto. Le conseguenze sarebbero molto gravi. I proprietari potrebbero vedersi abbattere le loro abitazioni o, comunque, perderle a vantaggio del patrimonio indisponibile dell’ente comunale. Davanti ad immobili non in regola, scatta il divieto assoluto di fornire i servizi essenziali, dagli allacci idrici a quelli elettrici. I magistrati della procura, da questo punto di vista, hanno più volte diffidato non solo i responsabili delle aziende di fornitura ma anche quelli di Palazzo di Città. Adesso, è partita la comunicazione ufficiale. Le pratiche dovranno essere integrate entro il termine del prossimo 26 novembre. Chi non rispetterà la data indicata dovrebbe trasformarsi, automaticamente, in un abusivo. Il contratto che lega l’ente comunale all’emiliana Politecnica dovrebbe concludersi, salvo nuove proroghe, il prossimo febbraio. L’affidamento del servizio, concesso ad un cifra fissata in 974.500.000 euro, toccherà, a conclusione del rapporto, la somma stimata di 2.141.218,96 euro. Un aumento scattato a seguito di una recente variante all’appalto concessa dalla giunta comunale. A fronte delle quattromila pratiche che non riescono a concludersi, altre duemila hanno ottenuto il sì dai funzionari comunali e da quelli della Politecnica. Ovvero, è stata rilasciata la necessaria concessione per sanare gli immobili realizzati senza autorizzazioni. Altre quattromila pratiche, invece, sono in fase di determinazione: i tecnici stanno valutandole nell’attesa di pronunciare l’eventuale sì oppure il diniego definitivo. I veri punti interrogativi, quindi, rimangono le quattromila pratiche mancanti di documenti e certificati, senza i quali dovrebbe scattare l’automatico no alla richiesta di sanatoria edilizia. Il contratto tra Comune e Politecnica venne ufficialmente siglato nel febbraio di due anni fa. Allo stato attuale, sono circa undicimila le pratiche finite sui tavoli dei tecnici per altrettante richieste di sanatoria degli immobili abusivi. Il termine ultimo, adesso, è stato fissato e senza risposte dai proprietari degli immobili ancora non in regola, la conseguenza dovrebbe essere drastica: perdita dell’immobile e abbattimento delle strutture realizzate senza autorizzazioni. Tra proroghe e documenti ancora non arrivati si attendono le prossime mosse in un contesto mai così difficile.