Gela. L’acqua che non c’è, il porto insabbiato, “lavoro, lavoro, lavoro”
e i “traditori” della Sicilia Rosario Crocetta e Angelino Alfano.
Il comizio al porto. La comparsata locale del leader leghista Matteo Salvini, arrivato a comiziare nel piazzale di un locale sul lungomare Federico II di Svevia, è stato un Bignami di punti ad effetto, almeno per quel drappello di sostenitori che ha seguito l’iniziativa, organizzata dagli esponenti locali del suo gruppo. Ad attenderlo, infatti, c’erano l’ex candidato a sindaco Antonio Giudice, il consigliere comunale Salvatore Farruggia e il padre Luigi, a sua volta già consigliere comunale, oltre al deputato ex forzista ed ex alfaniano Alessandro Pagano.
“Serve normalità”. “A Musumeci – ha spiegato il leghista – ho chiesto normalità. Da lunedì, dopo la vittoria alle urne, bisognerà darsi da fare. Non è normale che dai rubinetti non scorra l’acqua e non è normale che un porto sia insabbiato, mentre navi e container passano e non si fermano”. Per Salvini, l’attuale precarietà delle principali infrastrutture cittadine, ad iniziare dal porto rifugio, è una delle tante colpe “dei primi siciliani che hanno tradito la Sicilia, a cominciare da Rosario Crocetta e Angelino Alfano”. Arrivato al porto, il segretario della Lega, ha esordito con il trittico “lavoro, lavoro, lavoro”, riferendosi anche alla vicenda della raffineria Eni. “Non capisco perché il governo abbia messo molta attenzione da alcune parti e non da altre – ha precisato – e perché in Regione abbiano dormito. La priorità è sempre una, quella del lavoro”. Ovviamente, non sono mancate le “pennellate” leghiste sui migranti ospitati nelle strutture alberghiere, “dove non ci sono donne e bambini e l’Italia non può permettersi di ospitare criminali tunisini”. A ridosso del capannello di supporter e di curiosi, quasi in chiusura di comizio, si è visto anche il sindaco Domenico Messinese.
