Sacchi con sabbia contaminata stoccati in spiaggia: un tecnico ha chiesto di pagare un’oblazione

 
0

Gela. Il pagamento di un’oblazione in denaro per chiudere il procedimento. La difesa l’ha comunicato al giudice Tiziana Landoni.


I sacchi stoccati in spiaggia. A processo, c’è Andrea Poppite, già responsabile della sicurezza per conto della società Nico. Per i magistrati della procura, non sarebbero stati rispettati i criteri imposti dalla legge durante gli interventi successivi allo sversamento, del giugno di quattro anni fa, dall’impianto Topping 1 di raffineria. La società era stata incaricata di coordinare la messa in sicurezza. Gli idrocarburi finirono nel fiume Gela, per poi arrivare anche in mare. Diversi sacchi di sabbia contaminata sarebbero stati stoccati su un tratto di spiaggia, violando la normativa in materia. Accatastati lungo l’arenile, sarebbero entrati a contatto con il terreno. L’avvocato Carmen Toro, difensore dell’imputato, ha sottolineato l’esistenza di tutti i requisiti giuridici per accedere al pagamento dell’oblazione. Una decisione spetterà, adesso, al giudice Landoni. I legali del Comune, della Regione e del Ministero dell’Ambiente, oltre a quelli delle associazioni ambientaliste Aria Nuova e Amici della Terra, hanno preannunciato la volontà di costituirsi parte civile. Enti e associazioni sono rappresentati dagli avvocati Joseph Donegani, Giuseppe Laspina e Patrizia Comandatore.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here