Gela. “Il sindaco e la sua maggioranza sono i veri irresponsabili, hanno fatto cadere il numero legale strategicamente per approvare il rendiconto 2013 e le misure d’aggiustamento tra di loro, con i fedelissimi”.
Tensione alle stelle in aula consiliare dopo che il numero legale è nuovamente venuto a mancare durante la discussione sulle misure d’aggiustamento varate dalla giunta a seguito dei pesanti rilievi mossi dalla Corte dei conti. Indignati si dicono alcuni esponenti del Partito Democratico che da mesi hanno scelto di distaccarsi dalle scelte assunte dal gruppo consiliare. Così, Enrico Vella e Antonino Biundo hanno esternato in aula il loro disappunto. “Il sindaco – hanno ribadito – ha avvertito tutti. Addirittura il capogruppo del Pd Giacomo Gulizzi e gli ex Mpa hanno lasciato l’aula proprio per far cadere il numero legale. Sono loro i veri irresponsabili”.
Ancora più duro, il consigliere di Articolo 4 Giuseppe Di Dio che ha apertamente contestato sia il presidente Giuseppe Fava che il suo vice Vincenzo Cirignotta.
“Siete come Gianni e Pinotto – ha attaccato – non riuscite a tutelarci davanti a ciò che sta capitando. Ancora una volta, siamo chiamati a trattare atti fondamentali senza la presenza in aula del sindaco e dei suoi assessori. Del resto, il sindaco sa bene di chi è la responsabilità di ciò che si è verificato con la Corte dei conti. In pochi hanno la possibilità di definire i numeri dei rendiconti di gestione finiti al centro delle valutazioni della Corte dei conti. Nonostante ciò, il direttore generale di quest’ente è ancora al suo posto”.
Di Dio si è scagliato contro il presidente e il suo vice che, durante l’intervento, hanno chiesto il rispetto del tempo fissato dal regolamento. “Non conoscete neanche il regolamento – ha ribattuto Di Dio – siete superflui”.
E’ stato il vice presidente Cirignotta a disporre la momentanea sospensione della seduta dopo la sfuriata del consigliere Di Dio. Alla ripresa dei lavori, però, il numero legale è venuto a mancare. “E’ tutta una strategia organizzata dal sindaco – aveva già dichiarato Salvatore Gallo di Scelta Civica – è lui che organizza il da farsi di modo da approvare gli atti solo con i suoi dodici fedelissimi consiglieri”.
Gallo, alla fine, si è spinto fino alla citazione di Giacomo Leopardi. “Garzoncello scherzoso cotesta età fiorita è come un giorno d’allegrezza pieno, giorno chiaro, sereno, che precorre alla festa di tua vita. Godi, fanciullo mio; stato soave, stagion lieta è cotesta. Altro dirti non vo’…il prossimo maggio il Comune tuo più non sarà”.
Altre bordate sono arrivate dal capogruppo di Articolo 4 Terenziano Di Stefano. “Questa – è intervenuto – non è un’aula democratica. E’ possibile trattare queste misure d’aggiustamento in consiglio comunale? Ma, soprattutto, come facciamo a votare atti di questo tipo se non siamo ancora sicuri di quanti debiti fuori bilancio gravano sui singoli settori di Palazzo di Città? Ho chiesto di conoscere l’entità dei debiti settore per settore ma non ho ricevuto alcuna risposta”. La conferma che le misure proposte dalla giunta debbano comunque essere affrontate dal civico consesso è arrivata dal segretario generale presente in aula. Caduto il numero legale, se ne riparlerà lunedì.
La scelta è chiara, il sindaco Angelo Fasulo vuole evitare ogni rischio. Numero legale caduto ma atti che, lunedì, potranno passare con il voto favorevole di soli dodici consiglieri, quelli che da mesi hanno dichiarato fedeltà al primo cittadino.