Gela. A conclusione del dibattito all’Ars che ha consentito l’approvazione della legge finanziaria regionale, ora la norma sulle royalties dei progetti estrattivi in mare è stata pubblicata anche in gazzetta ufficiale. L’articolo 21 della finanziaria, infatti, prevede per Gela, Licata e Butera, una quota del trenta per cento rispetto alla soglia che tocca alla Regione. “Al fine di indennizzare i Comuni costieri di Gela, Licata e Butera, a titolo compensativo per l’attività estrattiva dei giacimenti situati nel sottofondo del mare territoriale antistante”, così riporta la norma. Almeno il cinquanta per cento della quota che toccherà a Palazzo di Città, per “le produzioni attivate dall’anno 2024”, dovrà essere destinato “a spese di investimento”. La norma andrà ad incidere, tra i primi, sull’investimento “Argo-Cassiopea” di Eni.
Incassare somme consistenti dai progetti in mare può consentire al municipio di acquisire risorse importanti, soprattutto in una fase finanziaria dell’ente contraddistinta quasi esclusivamente dal dissesto. Lo stesso articolo, inoltre, contiene la proroga della deroga che il municipio, già in flessione evidente prima della dichiarazione di dissesto, ottenne lo scorso anno. Vengono allentati i vincoli normativi sulla destinazione delle royalties estrattive già incassate dal municipio, per le attività a terra. Si protrarrà fino al 2027. Sarà un ulteriore apporto nella strada che dovrà condurre fuori dallo stato di dissesto. L’amministrazione comunale, per arrivare al varo della norma, iniziò un’interlocuzione con il governo regionale, ribadita non solo dai riconoscimenti finanziari per le estrazioni in mare ma anche dalla proroga fino al 2027 della deroga. Non a caso, il sindaco Lucio Greco, nel fine settimana, ha confermato il rapporto diretto con l’assessore regionale all’economia Marco Falcone: l’esponente del governo Schifani ha sostenuto le norme per il riconoscimento delle royalties e per la deroga. Il risultato è stato finalizzato con la finanziaria, tappa finale di un’attività politica bipartisan che ha coinvolto forze progressiste e civiche, oltre al centrodestra. I cinquestelle hanno più volte avviato iniziative istituzionali per arrivare allo sblocco di un iter piuttosto complesso, preso in carico dal governo regionale che ha praticamente blindato la disciplina.