Gela. Sia i giudici del riesame di Caltanissetta sia i magistrati della Corte di Cassazione hanno nettamente ridimensionato l’ipotesi di un presunto coinvolgimento del trentottenne Giovanni Botta nell’incendio che ha danneggiato il bar “Lory” a Caposoprano. Nei suoi confronti sono state revocate tutte le misure cautelari. Dopo l’esperimento giudiziale, con la ricostruzione della dinamica condotta direttamente sui luoghi, il perito ha addirittura escluso che l’incendiario ripreso dai sistemi di videosorveglianza della zona possa essere il trentottenne. Tutti elementi che la difesa, sostenuta dall’avvocato Filippo Spina, ha più volte usato per ribadire la totale estraneità ai fatti dell’indagato. Nonostante le conclusioni fino ad oggi acquisite, che porterebbero ad escludere che dietro all’azione di fuoco ci sia stato il trentottenne, il gip del tribunale ha comunque accolto la richiesta di proroga delle indagini, avanzata dai pm della procura che stanno coordinando l’inchiesta. Le attività di verifica vanno avanti.
L’incendio al bar “Lory” fu successivo ai due devastanti roghi che lo scorso anno avvolsero altrettante attività commerciali, il bar “Belvedere” in viale Mediterraneo e il lido “Bcool beach” sul lungomare Federico II di Svevia (appena ripristinato e inaugurato). Pm e poliziotti del commissariato, su quanto accaduto a Caposoprano, strinsero il cerchio intorno a Botta, titolare di una ditta che si occupa di forniture alimentari. Fino ad ora, però, giudici e perito hanno sempre dato ragione all’indagato.