Gela. “Non è mafia ma è una mentalità mafiosa”. “Sono schegge impazzite”. Don Luigi Petralia, parroco di Santa Lucia e esponente locale dell’associazione Libera, esclude che i recenti fatti, legati soprattutto alle nove auto incendiate nell’arco di pochi minuti nella notte di pasquetta, siano da addebitare ad una presunta riorganizzazione mafiosa sul territorio. “Sono schegge impazzite – spiega – non è assolutamente mafia. Purtroppo, queste azioni sono agevolate da un crisi sociale ma anche economica sempre più drammatica. Riceviamo famiglie in difficoltà pure per l’acquisto di farmaci essenziali”. Stando al sacerdote che, da anni, si occupa di portare avanti la parrocchia di Santa Lucia nella zona di Scavone, le prospettive sono tutt’altro che rosee.
“Non vedo grandi prospettive”. “Non vedo proprio grandi soluzioni al’orizzonte – ammette – la flessione di Eni ha ulteriormente rafforzato la crisi di tante famiglie. La politica? Fino ad ora, ha inciso veramente poco. In alcuni quartieri, la crisi sociale prima che economica potrebbe produrre fenomeni difficili da affrontare”. Intanto, proprio il sacerdote, si rivolge all’amministrazione comunale. “I beni confiscati alle mafie e ai mafiosi – conclude – devono ritornare alla gente”. Nelle ultime settimane, l’amministrazione ha detto sì all’affidamento di alcuni immobili, compresi appartamenti e terreni, confiscati definitivamente al boss Giuseppe Alferi.