Gela. Un mese fa, il gup del tribunale ha accolto le eccezioni preliminari avanzate dai legali di difesa, rinviando gli atti nuovamente ai pm della procura. In fase di indagine, non venne consentito ai difensori di fare copia dei verbali delle trascrizioni, con il contenuto delle intercettazioni. E’ stata però fissata una nuova udienza preliminare nei confronti di Simone Rinella, del padre Giuseppe Rinella, di Roberto Asmetto e Salvatore Vella. A novembre, dovranno ripresentarsi dal giudice dell’udienza preliminare. Secondo le accuse, sarebbero dietro all’aggressione subita in centro storico da un trentatreenne. Venne colpito al volto e alla testa con un martello da fabbro e resti di mobilia, trovati per strada. Si sarebbe trattato di una presunta spedizione punitiva. Sono accusati di tentato omicidio. I carabinieri del reparto territoriale arrivarono ai quattro, basandosi anche sulle dichiarazioni rese dal ferito, arrivato in condizioni critiche all’ospedale Vittorio Emanuele. La vendetta sarebbe stata organizzata per un presunto “sgarbo”, probabilmente legato a rapporti che il trentatreenne avrebbe avuto con una giovane. Secondo la ricostruzione degli investigatori, Simone Rinella l’avrebbe più volte colpito mentre il padre Giuseppe lo teneva fermo. Asmetto e Vella avrebbero fatto da palo.
Accuse negate dai quattro. Simone Rinella ha spiegato di essersi difeso da un’aggressione, mentre secondo i legali gli altri tre coinvolti non avrebbero avuto alcun ruolo. Il pm Mario Calabrese ha chiesto il rinvio a giudizio per tutti gli imputati, difesi dai legali Giovanni Bellino, Francesco Bellino e Giuseppe Smecca.