“Risposte o strappiamo le tessere”: ok all’accordo, i numeri dell’indotto

 
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Gela. Nonostante le rassicurazioni, rimane alta la tensione tra i tanti lavoratori dell’indotto Eni, ancora in attesa di comprendere quale portata occupazionale potranno avere le intese siglate sia in sede ministeriale sia davanti al prefetto di Caltanissetta.

“Come lavoratori di Smim e Tucam – spiegano alcuni operai riuniti in assemblea – attendiamo ancora che il protocollo per il nostro assorbimento nelle società Ergo Meccanica e Sicilsaldo venga attuato. Al momento, con o senza accordi, siamo senza lavoro e fuori dalla fabbrica”.
Intanto, emergono i primi numeri dal tavolo di Caltanissetta. In base alle previsioni dei manager Eni, dietro le richieste dei segretari confederali di Cgil, Cisl e Uil, la ripartenza dovrebbe assicurare l’utilizzo di almeno 550 operai delle ditte dell’indotto. Altri 50, invece, potrebbero subito essere utilizzati nelle manutenzioni in favore di Enimed. Inoltre, come indicato nel verbale d’accordo, sia gli appalti banditi dai manager Syndial che quelli della stessa Enimed prevederanno, per le aziende aggiudicatarie, la clausola dell’utilizzo di personale dell’indotto. Per l’intero anno in corso, i responsabili della multinazionale hanno ipotizzato l’utilizzo di una forza lavoro nell’indotto oscillante tra 750 e 800 operai.
Numeri, comunque, da verificare. Sarebbero legati soprattutto all’avvio dei lavori per la demolizione dell’impianto di acrilonitrile, fermato tredici anni fa, e a quelli dell’area ex Isaf, a loro volta sotto condizione di rilascio della valutazione d’impatto ambientale dagli uffici della regione. Una vittoria oppure solo l’inzio di un altro periodo di tensione nell’indotto Eni?
Gli operai, comunque, non risparmiano perplessità. “Chi ci rappresenta – concludono – deve capire che senza lavoro noi saremo i primi a stracciare le tessere sindacali. Siamo pronti a fermarci di nuovo. Il futuro delle nostre famiglie è a rischio”. Una posizione respinta dai sindacalisti della Fiom Cgil Paolo Di Benedetto e Daniele La Vigna, convinti della necessità di sostenere sindacalmente l’intera vertenza.
Si attendono, inoltre, novità dall’ufficio del lavoro di Caltanissetta rispetto all’eventuale copertura, con cassa integrazione, del periodo di protesta che per gli operai dell’indotto e le loro aziende ha significato un lungo periodo di stop.

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