Gela. Un pignoramento da oltre un milione di euro per presunti mancati pagamenti all’erario da parte del Comune.
Le richieste di Riscossione Sicilia sono state contestate. I funzionari di Riscossione Sicilia sembrano aver preso di mira le casse del municipio. E’ in atto un vero e proprio braccio di ferro giudiziario tra la società di riscossione e i legali scelti dall’amministrazione comunale per farsi rappresentare. Per la giunta del sindaco Domenico Messinese, infatti, i presunti debiti con l’erario non avrebbero alcun tipo di fondamento, tanto da aver impugnato i relativi atti davanti alla Commissione tributaria provinciale di Caltanissetta. Intanto, però, Riscossione Sicilia ha forzato la mano imponendo una sorta di vincolo sui conti del Comune gestiti da Poste Italiane. Una mossa contestata dai legali dell’ente che, nelle scorse settimane, hanno ottenuto la sospensione dell’efficacia esecutiva dei “salati” atti di pignoramento, decisa dai giudici del tribunale civile, in attesa di entrare nella trattazione di merito. Per i legali scelti dalla giunta, infatti, Riscossione Sicilia può esercitare procedure di esecuzione forzata solo sui conti tenuti dal tesoriere dell’ente, in questo caso si tratterebbe di Unicredit e non, invece, di Poste Italiane che gestisce solo conti tecnici destinati ad essere trasferiti proprio alla tesoreria. Una linea che, intanto, ha già permesso di ottenere la sospensiva. I legali di Riscossione Sicilia, però, sono andati ulteriormente all’attacco, questa volta citando in giudizio non solo il Comune ma anche Poste Italiane che non avrebbe rispettato il vincolo sulle somme destinate al pignoramento. Intanto, a Palazzo di Città sono arrivati altri otto atti di pignoramento, in gran parte comunque legati sempre a somme relative al milione e trecentomila euro originariamente chiesto. Questa volta, Riscossione Sicilia chiama in causa anche la Banca d’Italia. Atti di pignoramento pronti ad essere contestati dai legali dell’amministrazione comunale.