Quotidiano di Gela

Rischio default in città, mille aziende verso chiusura: sindacati, "Comune usi royalties"

Gela. Il tessuto economico locale, già fortemente debilitato da una crisi continua, rischia il totale default, dovuto all’emergenza Covid e allo stop a tempo indeterminato di migliaia di attività. Son...

A cura di Rosario Cauchi
15 aprile 2020 22:31
Rischio default in città, mille aziende verso chiusura: sindacati, "Comune usi royalties" - I sindacati chiedono l'uso immediato delle royalties
I sindacati chiedono l'uso immediato delle royalties
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Gela. Il tessuto economico locale, già fortemente debilitato da una crisi continua, rischia il totale default, dovuto all’emergenza Covid e allo stop a tempo indeterminato di migliaia di attività. Sono almeno mille, piccole e grandi, che potrebbero chiudere definitivamente o addirittura non riaprire più, dopo la serrata imposta dal governo. Nelle scorse ore, in vista della seduta di consiglio comunale di domani mattina, c’è stato un lungo confronto tra organizzazioni datoriali e i confederali di Cgil, Cisl, Uil e Ugl. “Sindacati dei commercianti e dei lavoratori condividono l’urgenza di non sottovalutare, da parte della politica, il fattore tempo e per tale ragione propongono l’utilizzo immediato delle royalties, milioni di euro, che il Comune da decenni incamera e, in barba al chiaro vincolo di spesa, utilizza da sempre per la spesa corrente quando invece vanno destinate alle attività produttive – spiegano – sia chiaro, e noi lo sosteniamo con responsabilità e rigore, la politica ha il dovere di offrire soluzioni immediate e concrete, noi non ci siamo limitati all’analisi del contesto che stiamo attraversando, ma abbiamo scelto di andare oltre formulando una precisa proposta e sempre per essere coerenti diciamo pure che le royalties vanno destinate alle attività produttive entro trenta giorni”. Ignazio Giudice (Cgil), Emanuele Gallo (Cisl), Maurizio Castania (Uil), Andrea Alario (Ugl), Francesco Trainito, Rocco D’Arma e Paolo Grimaldi (Confcommercio-Fipe), Antonio Ruvio (Casartigiani) e Rocco Pardo (Confesercenti), si rivolgono alla politica e all’amministrazione comunale, chiedendo di salvare l’economia locale. “Insieme ce la faremo” deve essere vita vissuta, non può essere né uno slogan né altro – continuano – ma solo vita reale perché solo questa ci interessa. In gioco ci sono 1.200 posti di lavoro, la storia e la sfida di intere generazioni, di debiti e investimenti. Nessuno può permettersi di fare finta che il problema sia di altri. E’ di tutti e il mondo che uscirà fuori da questa crisi sarà un mondo diverso nel quale sarà utile la fantasia per reinventarsi e per questo oggi è utile restare in vita”. Si riparta della royalties che Eni versa annualmente a Palazzo di Città per le attività estrattive, è questa la linea assunta da sindacati e organizzazioni datoriali. Ora, toccherà al consiglio comunale e alla giunta dare delle risposte pratiche, già da domani.

“Le attività sono chiuse da un mese e sicuramente i 600 euro di bonus non sono per nulla sufficienti ad evitare la morte definitiva di bar, pizzerie, parrucchieri, agenzie viaggi, pasticcerie e di tutta la piccola impresa – concludono – queste attività sono migliaia in città e nel territorio e sono tutte ad alto rischio di chiusura immediata, di licenziamento dei dipendenti dopo nove settimane di cassa integrazione per Covid-19”. Il contagio da coronavirus sembra aver intaccato un altro “paziente”, dato che l’economia locale difficilmente riuscirà a riprendersi in tempi brevi.

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