Gela. Vanno rinviati a giudizio. E’ stata questa la richiesta formulata dai magistrati della procura nei confronti di tre giovani. La ragazza denunciò i fatti. Sono accusati di aver violentato una loro coetanea a bordo di un’auto. Fu la ragazza, nel dicembre di due anni fa, a denunciare i fatti, anche davanti ai medici dell’ospedale Vittorio Emanuele, dove si recò subito dopo l’ultimo incontro con i presunti autori della violenza. In base alla prima ricostruzione, venne costretta ad avere rapporti sessuali sull’auto di uno degli indagati. Versione, in realtà, sempre smentita dai giovani e dai loro legali di fiducia, gli avvocati Filippo Spina, Calogero Giardina e Mariella Giordano. Le valutazioni arrivate dal consulente scelto per analizzare eventuali tracce biologiche rilevate a bordo dell’auto finita sotto sequestro, però, fecero emergere alcuni dubbi rispetto alla dinamica dei fatti. In base alle verifiche condotte dal perito, a bordo della vettura sarebbero state rilevate “tracce miste”, riconducibili sia a uomini che a donne, senza poterle ricollegare direttamente ai tre indagati. Un’attività tecnica che si svolse in fase d’incidente probatorio. Non a caso, i tre giovani hanno sempre escluso di aver abusato sessualmente della coetanea, mettendo in discussione anche l’attendibilità di quanto da lei sostenuto. Una linea che è stata ribadita, anche davanti al giudice dell’udienza preliminare Veronica Vaccaro, anche dai difensori.